Ci sono storie che affascinano per l’ambiente in cui si svolgono, altre per l’atmosfera di mistero che riescono a creare, altre ancora perchè rileggono fatti storici con una chiave nuova. Ce ne sono alcune che riescono ad unire tutti questi ingredienti, solo apparentemente disconnessi tra loro e a incollare il lettore alla storia fino all’ultima riga. Tra queste sicuramente la storia del Santo Graal e del luogo dove è nascosto è la più conosciuta.
Tempo di lettura 5.30 minuti - Puoi anche ascoltare la storia dalla Voce dell'Alchimista, video in fondo al racconto
Il Santo Graal è probabilmente uno degli oggetti più noti al mondo, ma allo stesso tempo quello del quale abbiamo meno informazioni, meno certezze.
Di certo si sa che il Graal è stato descritto nei secoli come una coppa, un recipiente del quale non si conoscono né la forma né il materiale con cui fu fabbricato, che ha contenuto il Sangue di Cristo.
Secondo un’altra teoria invece questo “recipiente” non era che il corpo umano, quello nel quale si conservava la discendenza genetica di Cristo, questa teoria per esempio è alla base della trama de “Il Codice Da Vinci”.
Non si conosce però il luogo dove questa coppa fu nascosta, potrebbe essere ovunque nel mondo, ma c’è una corrente di pensiero che lo colloca da qualche parte in Italia.
Esistono varie leggende al riguardo, fino ad ora abbiamo trovato tracce della sua possibile presenza ad Acerenza in Basilicata e nella Cattedrale di Mantova, ma c’è una storia che lo colloca a Bari, nella cattedrale di San Nicola e questo affascinante racconto unisce le storie lontane tra loro: il Graal, Babbo Natale e Re Artù.
Ci troviamo nel 1087, quando il 9 maggio alcuni mercanti trasportarono nella città pugliese le spoglie di San Nicola, che oltre 700 anni prima era stato vescovo cristiano di Myra, l'attuale Kale in Turchia, i resti del Santo furono trasferiti a Bari, poichè era necessario metterli in salvo dai musulmani che avevano conquistato la città.
La figura di San Nicola era da sempre legata al miracolo della manna, dell’abbondanza, si dice che la sua storia sia alla base del mito di Babbo Natale, per cui, per ottenere la benevolenza del Santo, in suo onore fu edificata una basilica.
Secondo una leggenda, una volta sbarcate a terra, le reliquie vennero trasportate su un carro trainato da buoi, i quali, arrivati nel punto dove ora sorge la Basilica, si rifiutarono di proseguire oltre e questo venne letto come un segno.
Si sostiene che il Santo Graal possa trovarsi nella Basilica, poiché al tempo era opinione diffusa che Nicola fosse riuscito ad entrare in possesso della coppa e non se ne fosse mai separato, ma c’è di più.
Nel reliquiario della Basilica pugliese, oltre alle spoglie del Santo, sarebbero sepolti anche alcuni resti di Longino, che secondo la tradizione cristiana, sarebbe il centurione che colpì con la lancia il costato di Cristo in croce.
Longino, dopo essere stato guarito dal sangue di Gesù, si convertì al cristianesimo e cominciò un lungo cammino di evangelizzazione che lo portò alla fine a Lanciano, sua città natale e luogo venerato da Federico II, dove si compì il primo miracolo eucaristico, ma questa è un’altra storia che abbiamo già raccontato.
Queste ricostruzioni sono molto frammentarie perchè si basano su storie non documentate, storie che si raccontano da centinaia di anni e che spesso si autoalimentano passando di bocca in bocca, di certo c’è che nella Basilica è conservata un’antica riproduzione della famosa Lancia di Longino, oltre che a riferimenti a Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda.
Il riferimento più importante si trova nel Portale dei Leoni, l’accesso principale alla Basilica; sul portale capeggia un bassorilievo che raffigura dei cavalieri intenti a conquistare un castello, questa immagine è stata ricollegata al ciclo arturiano, che, come abbiamo avuto modo di vedere, si stava diffondendo in quel periodo in tutta Europa.
Molto probabilmente il collegamento tra Longino e Artù, che era il titolo che al tempo veniva dato a chiunque cercasse il Santo Graal, è proprio la Lancia di Longino.
Si racconta che con alcune parti della Santa Lancia fosse stata forgiata Excalibur, la mitica spada che venne estratta dalla Roccia e si ipotizza che parti originali di questa reliquia siano conservate proprio nella Basilica, senza però conoscerne l’esatta ubicazione.
Il fascino di queste storie, vere o no, passa proprio dall’intreccio, apparentemente impossibile, di fatti storici e leggende, solo in un luogo ricco di storia, come è l’Italia, è possibile riuscire ad incrociare la vita di un Santo e di un Re, lontani nel tempo e nello spazio, il racconto di Gesù in punto di morte e l’origine di Babbo Natale.
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