Babbo Natale Verde, cosa c’è di vero?

Babbo Natale Verde, cosa c’è di vero?


Che si chiami Sinterklaas o Santa Claus o Babbo Natale lo conosciamo tutti come il portatore di doni che scende dai camini nelle case dei bambini nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, ha una lunga barba bianca, è panciuto e vestito con abito color rosso. Ma in origine pare che l’abito fosse verde. Cosa c’è di vero?




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La figura di Babbo Natale è di ispirazione religiosa e popolare e risale almeno al XVII secolo, quando indossava un mantello verde ornato di pelliccia lungo fino ai piedi e la versione moderna deriva dal personaggio storico, San Nicola vescovo dell’antica Myra, oggi chiamata Demre, una provincia dell’Impero bizantino che si trova in Anatolia, nell’attuale Turchia.

San Nicola è una figura avvolta nel mistero, ma indizi archeologici provano che sia realmente vissuto, pare che, tra l’altro abbia partecipato al primo Concilio di Nicea nel 325, per il resto, in mancanza di riscontri, i biografi ricostruirono la vita del Santo condendola con dettagli scopiazzati da altre vite di Santi.

Nei secoli successivi la sua biografia si arricchì di particolari che ne elevavano la moralità, il particolare la celebre storia delle tre fanciulle, diffusa tra il XI ed il XII secolo.

In questa storia si racconta che il padre di tre ragazze, ormai ridotto in povertà, meditava di farle prostituire per tre notti, per riuscire a guadagnare qualche soldo.


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Appresa la notizia, il Vescovo ne rimase commosso e gettò alle ragazze attraverso la finestra aperta tre sacchi d’oro, uno per ogni notte, come dote per farle sposare, questo racconto diede a Nicola la fama di generoso portatore di doni, oltre che patrono delle vergini e garante della fertilità.

Il suo rapporto speciale con i bambini non si limita a questa storia, ce ne è un’altra un po’ più truce e degna delle versioni originali delle fiabe che conosciamo tutti.

Questa storia ha origine nel medioevo e racconta che una notte tre ragazzi chiesero ospitalità in una locanda, l'oste e la moglie li accolsero volentieri, ma non per cristiana ospitalità, i due locandieri infatti hanno finito la carne in dispensa, per cui, catturati i ragazzi, li fecero a pezzi con l'accetta e li misero in salamoia. 

Finito il massacro, san Nicola bussò alla porta della locanda e chiese un piatto di carne, al rifiuto dell'oste si fece portare in dispensa, dove estrasse dalla salamoia i tre giovani, che erano vivi e vegeti.

In questo modo il Vescovo di Myra, con il passare dei secoli, si è legato alla figura del vecchio portadoni, è diventato il Santa Claus dei paesi anglosassoni, il NiKolaus della Germania, l’olandese Sinterklaas che a Natale porta regali ai bambini.

Ogni popolo, che fosse cristiano o no, lo ha fatto proprio, ognuno con le sue sfumature, ma in tutte le culture conserva le caratteristiche fondamentali, prima fra tutte quella di difensore dei deboli e di coloro che subiscono ingiustizie.

La dimora tradizionale di Babbo Natale cambia a seconda delle tradizioni: per la tradizione statunitense abita al Polo Nord, precisamente in Alaska, mentre in Canada il suo laboratorio si trova nel nord del paese, nel Vecchio continente è più diffusa la versione finlandese ovvero la casa di Babbo Natale è situata in un villaggio vicino alla città finlandese di Rovaniemi, in Lapponia, sul Circolo Polare Artico.

Nel corso dei secoli è stato rappresentato in diverse fogge e versioni, ma l’abito del “nostro” Babbo Natale è di colore rosso, anche se si dice che in realtà il colore tradizionale fosse il verde e la colorazione rossa sia dovuta ad un’intuizione di marketing della Coca-Cola.

Nulla di tutto questo è vero, infatti la prima raffigurazione di quello che oggi è conosciuto come Babbo Natale risale al 1823 quando lo scrittore Clement Clarke Moore scrisse la poesia “A Visit from Saint Nicholas”, rappresentando Babbo Natale come un elfo rotondetto, con barba bianca e abito rosso bordato di pelliccia bianca.

Il primo manifesto della Coca-Cola è stato realizzato dal pittore Haddon Sundblom nel 1931 e probabilmente è stato un punto di riferimento per altri illustratori che hanno dovuto rappresentare Babbo Natale, contribuendo di fatto a consolidare questa versione nell’immaginario collettivo.




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