Nelle fitte tenebre della notte, quando l'oscurità avvolgeva il piccolo borgo di Roccanova, si diffuse una leggenda di terrore e mistero, una strana storia che alimentò la paura nelle menti degli abitanti di quel remoto villaggio. Questa è la storia di quando e notti di Roccanova erano infestate dai vampiri.
Era l'epoca in cui le superstizioni regnavano sovrane, non solo a Roccanova e le leggende dei vampiri si diffondevano come il fuoco selvaggio nei cuori delle persone, si racconta che tutto ebbe inizio con la morte di un uomo di nome Sante de Notaribus, un uomo comune che visse una vita normalissima, ma che sarebbe diventato suo malgrado il protagonista di una macabra vicenda.
Un giorno Sante morì e questo evento, apparentemente triste, ma innocuo, fece precipitare l’intero paese nell’incubo.
Dopo la sua morte, Sante, come da tradizione, fu sepolto nel cimitero del paese, ma, poco dopo la sua tumulazione, cominciarono a verificarsi eventi strani e misteriosi, che spaventarono la gente del villaggio.
Gli abitanti di Roccanova raccontavano di incontri notturni con una spaventosa ombra oscura, una figura misteriosa che vagava tra le strade silenziose del villaggio ed alcuni cominciarono a soffrire di inspiegabili malattie e svenimenti improvvisi, questi eventi, uniti alla paura e alla paranoia, fecero si che le voci si diffusero rapidamente tra la popolazione.
A Roccanova non si parlava che degli eventi che terrificavano il paese e la responsabilità fu attribuita a Sante, per cui le autorità decisero di agire, gli abitanti riesumarono la salma dell’uomo, per cercare di porre fine a questo terrore.
Quello che trovarono quando aprirono la tomba fu orribile e scioccante: il corpo di Sante apparentemente sembrava essere intatto ed ancora pieno di sangue fresco e questo alimentò le voci che Sante potesse essere un vampiro, un non-morto che si nutriva del sangue dei vivi.
La paura si trasformò in terrore, e una convinzione nefasta si diffuse: Sante de Notaribus era tornato dall'aldilà per tormentare il villaggio come un vampiro assetato di sangue.
Invece di calmare gli abitanti, questa scoperta li terrorizzò, se possibile, ancora di più ed alle autorità non rimase che ricorrere a misure estreme.
Il corpo di Sante fu riesumato per l’ultima volta e, per assicurarsi che non potesse più tornare a tormentare gli abitanti, le autorità decisero di cremare i resti dell’uomo.
Quella notte fu un momento di orrore e liberazione insieme, la fiamma danzava alta nel cielo oscuro, mentre il villaggio osservava in silenzio, sperando che quel rituale macabro mettesse fine al terrore.
Si dice che il corpo bruciò con una fiamma molto intensa, quasi sovrannaturale e che, una volta compiuto il rito, miracolosamente o meno, il terrore finalmente si placò e il villaggio poté ritornare alla normalità.
La storia del "Vampiro di Roccanova" è una leggenda popolare che circola da generazioni in Basilicata, sfortunatamente non esistono prove concrete o documenti storici attendibili che confermino la veridicità di questa storia, ma non è importante, perché si tratta di una leggenda che ha contribuito a creare un'atmosfera misteriosa ed affascinante nella regione, leggenda con la quale si è tentato di spiegare eventi misteriosi o paure irrazionali che la comunità locale ha vissuto a un certo punto nella sua storia.
E non è l’unica storia di vampiri in zona, perché sulla facciata della Cattedrale di Acerenza c’è uno strano stemma con il drago alato, che era il simbolo araldico del Principe Vlad III di Valacchia, l’uomo su cui fu costruita la leggenda di Dracula e si dice che in quella chiesa sia stata sepolta la figlia
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