I monaci fantasma del Monte Subasio

I monaci fantasma del Monte Subasio


Esistono diversi tipi di fantasmi, ci sono quelli che proteggono un luogo o quelli che per un motivo o un altro rimangono incatenati alla zona dove sono morti e che per qualche ragione sono costretti a fare qualcosa che durante la loro vita non hanno mai voluto fare. Questa è la strana, misteriosa e un po’ paurosa vicenda dei fantasmi maledetti che vagano sul Monte Subasio per espiare le proprie colpe.


Tempo di lettura 5 minuti - Puoi anche ascoltare la storia dalla Voce dell'Alchimista, video in fondo al racconto, oppure tramite il Podcast di Amazon

Ogni luogo quando non è illuminato dalla luce del sole ha i suoi oscuri misteri e le sue leggende che affondano le radici in racconti di un tempo lontano, sono strane storie che vengono raccontate qualche volta per spiegare qualche indecifrabile fenomeno, altre volte, come in questo caso, per ammonire le generazioni successive a non commettere gli stessi errori compiuti dai protagonisti della vicenda.

Si racconta che molto tempo fa, in un luogo indefinito tra Assisi e Spello alle pendici del Monte Subasio sorgesse un monastero che oggi non esiste più. La zona in quel periodo storico era molto ricca di conventi, nei dintorni ci sono l’Abbazia di San Benedetto, di cui si ha notizia fino dall’XI Secolo, oppure l’ Eremo delle Carceri, uno dei simboli della storia di San Francesco.

I contadini del posto erano molto devoti, si dice che per ogni ricorrenza organizzassero una processione, non solo, ogni occasione era buona per chiedere ai frati di organizzare novene o veglie di preghiera, in altre parole si rivolgevano Dio per ogni cosa, dalla richiesta della pioggia, al ringraziamento per un raccolto andato bene.

Tutta questa attività, invece che far piacere ai monaci del convento, li infastidiva e li si sentiva lamentare senza riguardo mentre si preparavano per accontentare i fedeli, partecipavano malvolentieri alle attività di preghiera e lo facevano in maniera meccanica, senza dimostrare di avere fede in ciò che rappresentavano.

Il motivo di questi pessimi comportamenti, secondo quanto si racconta in zona, era che i monaci pensavano ad altre cose, si diceva che vivessero lontani dalla virtù del Dio di cui predicavano e dalle regole della Chiesa a cui appartenevano, si diceva che vivessero nel peccato.

Secondo la leggenda, a causa di un evento straordinario, forse un’epidemia, oppure un vero e proprio intervento divino, la vita degenerata e peccaminosa dell’abbazia terminò improvvisamente: tutti i religiosi del monastero morirono nel giro di poco tempo ed anche l’edificio fu distrutto.

Dopo qualche mese, nelle campagne della zona iniziò ad accadere qualcosa di strano, misterioso ed inquietante, qualcuno cominciò a raccontare di aver visto in lontananza figure incappucciate camminare in fila con delle fiaccole accese ed in più si era sparsa la voce che di notte si sentissero delle voci pregare e cantare.

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Subito tornarono alla mente dei contadini del luogo i racconti sul vecchio monastero e fu chiaro a tutti che quelle voci appartenevano ai fantasmi dei monaci che procedevano in fila indiana pregando con le fiaccole accese, proprio quello che era loro richiesto tempo prima dai contadini di quelle zone.

Come un contrappasso dantesco, erano costretti per l’eternità a compiere i riti che da vivi odiavano fare.

Si dice che ancora oggi sia possibile vedere sulle alture del monte Subasio vicino a Spello strane cerimonie di figure spettrali incappucciate con le fiaccole in mano, che siano riti volti ad espiare i loro tremendi peccati, oppure per invocare il perdono di Dio poco cambia, la processione delle ombre nere che vagano a passo lento con le candele in mano proseguirà in eterno.


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