Il pianto sconsolato di Lucrezia Borgia

Il pianto sconsolato di Lucrezia Boglia


Si dice che passando sotto la Rocca di Nepi, ancora si senta un pianto accorato, è quello di Lucrezia Borgia, la Signora di Nepi che ha regnato sulla città a cavallo del XVI Secolo. Questa è la sua triste storia.




Tempo di lettura 5 minuti - Puoi anche ascoltare la storia dalla Voce dell'Alchimista, video in fondo al racconto

La Rocca dei Borgia è un forte che si erge sul margine occidentale della cittadina di Nepi, antico borgo falisco vicino a Viterbo, sorto in epoca etrusca su uno sperone di tufo di forma triangolare ed ha un'affascinate storia millenaria.

Intorno all’XI secolo venne edificata una torre a pianta quadrata a scopo difensivo, mentre nel secolo successivo, dopo la proclamazione di Nepi a libero comune, si costruì un’altra torre, a base trapezoidale che serviva da torre di avvistamento. 

Infine ne venne eretta una terza al di sopra dell’antica porta romana sulla via via Amerina e il Castello assunse quindi una forma poligonale, con tre torri poste sul vertice ovest, est e nord-est, collegate da un camminamento di ronda.

Ma è nel XV secolo, quando Nepi passò nelle mani della famiglia Borgia, che la Rocca e il Castello crebbero di importanza ed assunsero la configurazione odierna. 

La nomina del Cardinale Rodrigo Borgia a Governatore di Nepi inaugurò un periodo di grandi lavori, affidati al noto architetto Antonio da Sangallo “il Vecchio” che, in quegli anni, stava realizzando anche la Rocca di Civita Castellana.

Le ristrutturazioni ampliarono la Rocca e ne migliorarono sia la funzione difensiva, che con il passare degli anni era passata in secondo piano ma, soprattutto, quella residenziale.


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Quando, nel 1492, il Cardinale Rodrigo Borgia venne eletto Pontefice con il nome di Alessandro VI, Nepi fu ceduta al Cardinale Ascanio Sforza, in cambio di appoggi politici.

Ma con i Borgia nessuna situazione è destinata a durare, infatti nel 1499, a seguito dell’invasione francese a Milano, Alessandro VI tolse Nepi ad Ascanio Sforza e la affidò alla figlia illegittima Lucrezia. 




Lucrezia Borgia fu Signora di Nepi dal 1499 al 1501, Ducato che le venne assegnato dal Papa dopo l’uccisione del marito, Alfonso D’Aragona, per trascorrere un periodo di lutto, altri sostengono che l'assegnazione del Ducato fu fatta per per quietare ogni possibile astio con il padre e con il fratello Cesare.

Lucrezia non fu affatto la spietata avvelenatrice passata alla storia, probabilmente a causa dell’omonima tragedia Lucrèce Borgia di Victor Hugo, ma, dapprima una sorta di pedina matrimoniale più o meno consenziente per le ambizioni politiche di famiglia, poi una triste donna resa vedova da una congiura organizzata dal fratello Cesare, il Duca Valentino che ha ispirato "Il Principe" del Macchiavelli.

Qualcuno infatti ancora oggi sostiene che, passando sotto il Forte, si possa seetire il pianto straziante di Lucrezia a cui il fratello Cesare portò via il marito, qualcun altro giura di aver visto il suo fantasma.

La storia sembrerebbe terminare qui, ma non è così.

Il 30 dicembre  del 1501, la donna, appena ventunenne si sposò per procura con il terzo marito: Alfonso I d'Este, primogenito del duca Ercole I di Ferrara e li si trasferì nel febbraio del 1502, dove morì il 24 giugno del 1519, aveva trentanove anni.

La presenza dello spettro di Lucrezia è stata avvertita da almeno una dozzina i testimoni, anche nel castello estense, molti riferiscono di aver visto il fantasma della donna aggirarsi per i corridoi del Castello di Ferrara.

Sono state raccolte testimonianze di avvistamenti di Lucrezia già nel 2012, i testimoni avrebbero giurato di aver visto sia uno spettro visibile dalla vita in su, altri invece a figura intera.

Questa cosa risulta quasi impossibile da credere e sono stati fatti dei rilevamenti nel 2016, ma senza ottenere risultati soddisfacenti.

Questo non è il primo spettro che viene avvistato in due castelli diversi, anche il fantasma di Bianca era conteso dalla Rocca di Monte Sant’Angelo ed il castello di Altamura, ma questo fatto accresce ancora di più il fascino della storia e dei castelli.




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