Nel cuore del centro storico di Trani, a pochi passi dalla Cattedrale affacciata sul mare, sorge uno degli edifici più affascinanti e misteriosi della città : Palazzo Broquier. Dietro la sua elegante facciata in pietra si cela una leggenda che, da anni, si tramanda di voce in voce, senza mai trovare conferma né smentita. Una storia fatta di silenzi, di presenze appena percepibili, e di un gesto semplice ma inspiegabile: il lento sfogliare di un libro, da parte di chi non dovrebbe più esserci.
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Nessun rumore, nessuna scena da film horror. A differenza di molte leggende popolari, quella che riguarda Palazzo Broquier non è segnata da urla strazianti, oggetti che si muovono da soli o porte che sbattono nel cuore della notte. Non c’è nulla di spettacolare o di scenico, almeno in apparenza.
Il presunto fantasma che abiterebbe le stanze di questo edificio è silenzioso. Discreto. Colto.
Secondo la leggenda, si tratterebbe di una donna vestita di bianco che, nelle ore più quiete, si aggirerebbe per i saloni del palazzo e si soffermerebbe davanti a un leggio antico, intenta a leggere le pagine di un vecchio libro.
La storia avrebbe avuto origine nel momento in cui il palazzo fu sottoposto a lavori di ristrutturazione.
Durante l’intervento, gli operai si trovarono a rimuovere un vecchio tappeto che da anni era stato inchiodato saldamente al pavimento. Una volta sollevato con fatica, ciò che apparve al di sotto lasciò tutti interdetti: un abito da sposa, rimasto nascosto per decenni, forse di più.
Ma non ci fu nemmeno il tempo di analizzarlo.
Al contatto con l’aria, l’abito si polverizzò.
Un istante. E scomparve.
Come se quel vestito fosse rimasto in attesa del momento giusto per dissolversi definitivamente.
Da quel giorno, si racconta che qualcosa abbia iniziato a muoversi tra le mura del palazzo.
Una donna in abito da sposa, avvistata da alcuni testimoni – non confermati – camminerebbe tra le stanze con passo tranquillo, mai frettoloso, come alla ricerca di qualcosa che le è stato negato da troppo tempo.
Non cerca contatto. Non minaccia.
Semplicemente… è lì.
E legge.
Il fulcro del mistero è un vecchio libro, posato su un leggio antico.
Secondo numerosi racconti – mai verificati ma riportati da tempo nella memoria collettiva – il volume viene spesso ritrovato aperto sempre alla stessa pagina, come se qualcuno lo sfogliasse durante la notte, per poi fermarsi a un punto preciso.
Eppure, nessuno ha accesso a quella stanza.
Le finestre sono chiuse, le porte sbarrate.
Il libro viene chiuso la sera, e riaperto al mattino. Da solo.
Come spesso accade con le storie che mescolano architettura, silenzi e apparizioni, anche questa leggenda non ha fonti ufficiali.
Non esistono documenti, nomi o prove fotografiche.
Solo una catena di racconti, voci sussurrate, articoli di giornale che ripetono sempre gli stessi elementi senza riuscire a identificarne l’origine.
Eppure, a Trani questa storia è ben nota, tanto da essere considerata ormai una delle più affascinanti leggende metropolitane della Puglia.
Un mistero sobrio, elegante, quasi poetico: quello di una donna che ha perso tutto, e che ha scelto di restare, silenziosamente, tra le pagine di un libro.
Palazzo Broquier è ancora lì, nel centro storico, come una presenza discreta e imponente.
La sua struttura racconta un passato nobile, e i suoi interni – per chi ha avuto la fortuna di visitarli – conservano ancora quel senso di tempo sospeso che rende credibile anche l’incredibile.
Ogni dettaglio, ogni ombra, ogni respiro tra quelle pareti sembra custodire qualcosa.
Un’attesa. Un ricordo. O forse, una promessa mai mantenuta.
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