Il Castello di Miramare si erge sul promontorio di Grignano, il suo marmo candido riflette la luce, un sogno di pietra sospeso sul mare di Trieste, ma dietro la bellezza si cela l’ombra della tragedia. Qui vissero Massimiliano d’Asburgo e sua moglie Carlotta, uniti dall’amore e divisi dal destino: lui, fucilato in Messico, lei, impazzita dal dolore. E prima di lasciare il castello un anatema che aleggia ancora nelle stanze. Da allora, chiunque abbia dimorato sotto quel tetto ha incontrato la morte, lontano da casa, strappato agli affetti, con la violenza nel sangue. Coincidenze? Forse. O forse un’antica condanna che non conosce perdono.
Ben visibile da lontano grazie al candore del marmo carsico, il castello di Miramare domina il promontorio di Grignano, la rocca è un'icona di Trieste, un’immagine da cartolina, ma dietro la sua bellezza si cela un'ombra nera, si narra di strane presenze e di oscure maledizioni.
Ma partiamo dall’inizio della storia: l'arciduca Massimiliano d'Asburgo, cadetto intelligente e sensibile di una famiglia autoritaria, che non sarebbe mai diventato imperatore, fu anche rimosso dal suo incarico di Viceré del Lombardo-Veneto a causa delle sue posizioni, considerate troppo liberali, e fu confinato a Trieste con la giovane e devota moglie Carlotta del Belgio.
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Qui trovò conforto nella costruzione di una dimora da sogno: il castello prese forma nel 1856, e nel 1860 la coppia vi si trasferì. Pochi anni dopo, nel 1864, Massimiliano accettò il titolo di Imperatore del Messico, una mossa che si rivelò fatale. Il paese era in subbuglio, il nuovo imperatore non fu mai riconosciuto dai liberali né dai rivoluzionari e Carlotta, disperata, cercò aiuto in Europa, ma purtroppo, forse per il troppo stress, la sua mente iniziò a vacillare.
Nel 1867, Massimiliano fu catturato e giustiziato ad appena 35 anni e Carlotta subì il colpo di grazia e precipitò in un vortice di follia.
Qui finisce la loro storia terrena, ma inizia la leggenda. Si dice che il fantasma di Massimiliano si aggiri ancora nel parco di Miramare, mentre Carlotta, distrutta dal dolore, lanciò una maledizione contro le teste coronate e i capi militari che avrebbero osato dimorare nel castello:
“Chiunque abiterà sotto questo tetto muoia come il mio consorte: lontano dalla patria, lontano dagli affetti, di violenta morte, in peccato mortale.”
Da allora, il destino degli ospiti del Miramare fu segnato: Rodolfo d'Asburgo, suicida a Mayerling con l'amante Maria Vetsera, l'imperatrice Sissi, assassinata a Ginevra, l’imperatore Francesco Ferdinando, ucciso a Sarajevo con la moglie Sofia e l'ultimo imperatore, Carlo I d'Austria, morto in esilio a Madera nel 1919, a soli 35 anni.
Ma la maledizione non si affievolì con il passare degli anni.
Negli anni Trenta, Miramare divenne la residenza di Amedeo Duca d’Aosta, che, partito per la guerra d'Africa, fu catturato, e, ammalatosi di tubercolosi e malaria, morì in un ospedale di Nairobi nel 1942, lontano dalla patria e dalla famiglia.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli ufficiali nazisti presero possesso del castello, Friedrich Rainer e Ludwig Kübler, tra i più potenti, vennero giustiziati a Lubiana, il loro destino, sebbene non fossero teste coronate, pareva confermare la maledizione.
Dopo la guerra, Miramare ospitò gli ufficiali del Governo Militare Alleato e anche questi ultimi non furono risparmiati.
Il generale Bryant Moore partì dal castello per la guerra di Corea, ma il suo elicottero precipitò nel fiume Han, il suo successore, Bernice Musgrave McFadyen, fu richiamato negli Stati Uniti ma morì in un incidente stradale prima di imbarcarsi.
Solo il colonnello neozelandese Bowman, credendo alla leggenda, preferì dormire in tenda nel giardino e fu l'unico a salvarsi.
La fama della maledizione di Miramare si è diffusa nel tempo, alcuni visitatori raccontano di aver percepito strane presenze, di aver udito voci sussurranti tra le mura del castello, il vento, che sferza la scogliera, sembra portare con sé echi di grida lontane. C'è chi giura di aver visto l'ombra di un uomo camminare lungo i bastioni al tramonto, un'ombra alta, con un mantello svolazzante: Massimiliano, che attende ancora giustizia.
Anche il giardino del castello sembra impregnato di un’energia strana: i visitatori avvertono spesso un senso di oppressione, di tristezza immotivata, alcuni hanno riferito di aver visto una donna con un abito lungo e nero, che passeggia tra gli alberi per poi svanire nel nulla. Forse Carlotta, che ancora piange il suo amore perduto.
Coincidenze? Suggestione? O il peso della maledizione? Miramare resta immobile e osserva. E attende paziente il prossimo ospite...
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