Ci sono posti che sembrano dimenticati dal tempo. Luoghi in cui il vento soffia tra le case abbandonate, insinuandosi nei vicoli deserti, portando con sé sussurri di storie mai dimenticate. Craco è uno di quei posti. Un borgo fantasma, un paese di pietra sospeso tra la storia e la leggenda, dove ogni angolo sembra custodire un segreto.
Nel cuore della Basilicata, Craco si erge su una collina a quattrocento metri sul livello del mare, oggi non è che un borgo disabitato, un ammasso di ruderi che dominano il paesaggio brullo della valle sottostante, eppure ci fu un’epoca, non molto lontana nel tempo in cui Craco era un luogo prospero.
Le sue origini risalgono all'VIII secolo a.C., quando fu fondato dai Greci, e la sua posizione strategica lo rese una roccaforte normanna durante il Medioevo: strade strette, palazzi nobiliari, la torre di avvistamento che ancora oggi si erge come un testimone silenzioso di un passato lontano.
Poi, il declino. Negli anni Sessanta, le frane e le continue instabilità geologiche costrinsero gli abitanti ad abbandonarlo, fino al colpo di grazia del 1980, quando, a seguito del terremoto, Craco fu evacuato definitivamente, lasciando dietro di sé solo mura spettrali e una presenza che ancora oggi si dice vaghi tra le rovine.
Perché Craco non è solo un paese fantasma.
È un luogo di storie inquietanti, di racconti che si sussurrano la notte, quando il vento si infila tra le finestre vuote e il silenzio diventa assordante. Uno di questi racconti è quello del cavallo senza testa.
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La leggenda vuole che, tra le viuzze deserte del borgo, si aggiri lo spettro di un cavallo nero, senza testa, condannato a cercare in eterno il suo padrone perduto, nessuno sa da dove venga questa storia, ma ogni volta che la si racconta, il gelo scende sulla pelle di chi ascolta.
Alcuni dicono che si tratti di un antico destriero appartenuto a un nobile cavaliere in partenza per le Crociate, morto in circostanze misteriose, altri raccontano di una maledizione legata a un'antica strega che, un tempo, gestiva un'osteria nel paese: il Canzoniere.
Qualcuno giura di averlo visto. Dicono che nelle notti senza luna, quando il cielo è nero come la pece, si possa udire il rumore degli zoccoli che battono sull'acciottolato. Un suono sordo, distante, che si avvicina sempre di più.
E poi, una sagoma scura che emerge dalle ombre, un corpo imponente, privo di testa, che si muove lentamente lungo i vicoli, un cavallo, o almeno quello che ne resta, alla disperata ricerca del suo padrone.
Gli abitanti di Craco se ne sono andati da tempo, ma il cavallo senza testa è rimasto e chiunque osi sfidare la notte tra le rovine del borgo potrebbe sentire il suo respiro freddo addosso, potrebbe percepire la sua presenza.
Perché certi luoghi non muoiono mai davvero.
E certe storie, semplicemente, non finiscono.
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