Nelle antiche terre della Liguria, dove i monti incontrano il mare e le foreste sussurrano storie dimenticate, esiste un racconto che pochi osano ripetere. Una storia intrisa di mistero e paura, dove le ombre delle streghe si allungano nei vicoli nascosti dei villaggi e nei boschi silenziosi. Tra le montagne e le grotte oscure, dove il vento porta con sé voci sottili e risate maligne, si narra che le Bàsure, creature di tenebra, abbiano lasciato segni indelebili.
Chi ha osato sfidare questi luoghi segreti, dove le fiamme danzano come serpenti sotto la luna coperta, è tornato indietro con gli occhi pieni di orrore e il cuore in tumulto. Ogni soffio di vento potrebbe essere il loro respiro, ogni ombra un segno della loro presenza. Le antiche pietre ricordano, le grotte nascondono, e il cielo notturno sembra coprire un segreto troppo terribile per essere rivelato.
Questo è il racconto delle streghe di Liguria, delle loro sabba proibite e del loro oscuro legame con la terra.
C’è una famosa storia di streghe che si racconta in Liguria, è molto conosciuta e tanti ne hanno parlato raccontando molte versioni, molte sfaccettature, e anche noi l’abbiamo raccontata qualche tempo fa: è la storia delle Streghe di Triora. È una storia strana e misteriosa, che noi oggi sappiamo essere stata frutto di un terribile malinteso, ma in quel periodo, era il sedicesimo secolo, tutti erano convinti che le streghe esistessero veramente e vivessero in Liguria.
Le leggende parlavano di streghe, e le voci che si rincorrevano tra i contadini dei villaggi vicini erano più sussurrate che dette ad alta voce, come se pronunciarle fosse un invito al male, si diceva che all’ombra delle cascate del Lago Degno, le streghe tenessero i loro sabba.
Ma non erano feste, né celebrazioni, erano riunioni segrete, rituali inquietanti sotto la luce spettrale della luna, nessuno le aveva mai viste con certezza, ma qualcuno giurava di aver sentito le risate folli provenire dal bosco, poco prima che la notte fosse squarciata da urla strazianti.
Era il Diavolo che arrivava, raccontavano.
Il resto è storia, ma si dice che derivazioni delle streghe dopo il processo, siano sparse in tutta la Liguria.
La chiamano Basura, la strega che nessuno vuole nominare, ma che tutti temono, vive tra le ombre di grotte dimenticate, le Bocche delle Streghe, tra Cassana e Pignone, dove l'aria è più fredda, più scura, quasi che non sia solo vento ma il respiro di qualcosa che non dovrebbe esistere.
Non sono grotte come quelle di Toirano, famose per la bellezza e per i resti di un passato lontano, per l'orso che vi si rifugiava migliaia di anni fa. No, qui c'è altro, qualcosa di più sinistro, la Basura è sempre lì, o almeno così dicono.
Dicono che il vento, quando soffia forte tra le fessure della roccia, porti con sé voci che sembrano sussurri, risate che graffiano le ossa, è lei, la strega, che cerca di scacciare chiunque osi avvicinarsi alla sua dimora.
Nessuno vuole davvero entrare, non più.
Gli speleologi, quelli che hanno trovato la Grotta della Basura nel 1950, non parlano volentieri di ciò che hanno visto lì dentro, oltre le meraviglie delle sale sotterranee, qualcosa di vecchio, di antico, più antico dell'orso delle caverne, si muove ancora tra quelle pietre.
Le leggende dicono che la strega vaghi per tutta la Liguria, ma è lì, tra le Bocche delle Streghe, che si manifesta davvero, l'aria gelida che esce dalle grotte è l'alito della Basura, un avvertimento per chiunque osi entrare.
Ancora ad Alassio, quando il vento fischia tra le case e il mare si agita sotto la luna coperta, c’è chi giura di vedere ombre muoversi sulla spiaggia, non sono solo ombre, però, sono le streghe.
Nessuno le vede arrivare, nessuno le sente partire, ma tutti sanno che sono lì, nella notte di tempesta, a prendere le barche dei pescatori, non rubano oro, non cercano ricchezze. No, loro viaggiano oltre l’orizzonte, verso terre lontane, trascinate da creature che nessun marinaio vorrebbe mai incrociare. Serpenti marini, dicono, bestie oscure che affiorano dalle onde solo per loro.
Al mattino, chi ha il coraggio di avvicinarsi alle barche trova i segni del loro passaggio: Frutti strani, esotici, semi mai visti prima.
E quei semi... quelli li usano per seminare incubi.
Qualcuno li ritrova nel letto, nascosti tra le lenzuola, chi si sveglia in preda a un sudore freddo non sa spiegarsi quei sogni pieni di oscurità, ma i più anziani lo sanno: sono stati le streghe, con i loro occhi di brace e una natica pelosa, marchio del Diavolo.
Dicono che le abbiano viste rientrare, prima dell’alba, con i denti sporchi di datteri e il sorriso di chi conosce i segreti più antichi del mare. E il peggio è che tornano. Sempre.
Tra Andora e Villa Faraldi, sul Pizzo Aguzzo, c’è un luogo che pochi osano nominare, un posto dove il vento sussurra storie dimenticate, che gli anziani del paese raccontano solo a bassa voce, lo chiamano U cianelun de Bàsure, lo spiazzo delle streghe, nessuno sa esattamente dove sia, ma tutti sanno che esiste.
Dicono che lì, nelle notti senza luna, le Bàsure, creature di ombra e fumo, si radunano attorno a un grande falò, le fiamme danzano come serpenti, illuminando i loro volti nascosti sotto cappucci scuri, il fuoco non è per riscaldarsi, ma per i loro Sabba.
Se qualcuno, un incauto o uno sprovveduto, si avvicina senza essere invitato, il fuoco divampa improvviso, le fiamme si alzano alte come mura di una prigione infuocata, e poi... il silenzio.
Un lampo accecante inghiotte ogni cosa, e le Bàsure svaniscono, non restano che ceneri fredde, e una sensazione di gelo che ti segue fino a casa, come se qualcosa fosse tornato con te.
E allora ti chiedi, quella bruma che si alza al mattino... è davvero solo nebbia? O c’è qualcosa che ti osserva, da vicino?
A Bordighera, nel cuore della valle, c'è un fiume, lo senti scorrere, lento e silenzioso, come se non volesse farsi notare, ma non è il fiume a metterti i brividi, è quello che si trova al suo centro: un masso enorme, irregolare, tanto antico da sembrare scolpito dal tempo stesso.
Lo chiamano “lo scoglio della Rocca”, lo vedi, lì, sospeso tra l’acqua e il cielo, come una sentinella che nasconde segreti troppo oscuri per essere rivelati.
Gli anziani del posto raccontano che, di notte, quando la luna è nascosta dietro le nuvole, quel masso diventa un punto d'incontro, non per i vivi, ma per le streghe.
Le ombre si allungano, le voci sussurrano, e il fiume smette di scorrere, è allora che cominciano i loro riti, sotto quel cielo muto, attorno a quella roccia che sembra respirare con loro, nessuno ha mai osato avvicinarsi troppo, qualcuno ha visto figure scure muoversi rapide tra gli alberi, qualcun altro giura di aver sentito risate sottili, come di bambini che giocano… ma erano risate fredde, vuote, che ti gelano il sangue.
E così, da generazioni, lo scoglio della Rocca è rimasto lì, testimone silenzioso di ciò che nessuno vuole vedere.
A pochi chilometri da Deiva Marina, nascosta tra i boschi, c’è la frazione di Piazza, un posto che non appare mai sulle cartine, un luogo che sembra dimenticato anche dal vento.
In mezzo a quelle case silenziose, sorge una chiesetta dall’aria antica, di origini longobarde, l'Assunta, la sua facciata consunta dal tempo pare osservarti, immobile, come se sapesse qualcosa che tu non sai, ma non è la chiesa che ti fa tremare le ossa. No, a pochi passi da lì, una lastra di pietra giace abbandonata, quasi soffocata dalla vegetazione.
Dicono che, su quella pietra, le orme di streghe ormai scomparse si siano impresse per sempre, si riunivano lì, sotto la luna nera, per danzare e cantare fino allo sfinimento, celebrate il Sabba, un rituale così oscuro che persino i corvi si allontanavano.
Ma c’è di peggio: si sussurra che chi osava passare lì vicino di notte, poteva sentire ancora il battito dei loro passi, il sussurro delle loro voci, la leggenda narra che all’alba, le streghe dovevano sparire, o sarebbero morte. E se nel terrore del loro ultimo respiro imploravano il perdono, la Madonna stessa, dicevano, le trasformava in formiche volanti. Formiche che oggi si annidano in ogni crepa di quei muri antichi, come se stessero aspettando il momento giusto per tornare.
E così, con il sopraggiungere dell’alba, il velo di mistero sulle Bocche delle Streghe comincia a dissolversi, la leggenda di Basura, la strega che da secoli tiene in scacco la Liguria, si arricchisce di nuove rivelazioni.
La storia delle Streghe di Triora non è solo una leggenda di paura, ma una testimonianza di segreti profondi e antichi, custoditi nell’ombra e nella notte.
E le ombre che si allungano al chiarore di luna sembrano ora portare con sé non solo minacce, ma anche una saggezza che solo il tempo e il mistero possono rivelare.
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