Il Drago di San Fruttuoso

Il Drago di San Fruttuoso

Nella Liguria più oscura, dove i monti si gettano nel mare creando baie segrete e grotte nascoste, c’è un luogo che sembra fuori dal tempo. La baia di San Fruttuoso, incastonata come un gioiello tra le onde del Mar Ligure, ha conosciuto giorni di quiete e di tempesta, di mistero e di leggenda. È qui che si cela, e ancora oggi un segreto antico, quando il vento soffia forte tra le rocce, sembra di sentire l'eco di un tempo perduto, quando un mostro sorvegliava queste acque.


C'era una volta, in un'epoca forse dimenticata, un tempo in cui la baia di San Fruttuoso non era il rifugio sereno che conosciamo oggi, era un luogo temuto, evitato dai marinai, che navigavano lontano dalle sue coste inquiete, non erano le tempeste a spaventarli, né le correnti traditrici, ma una creatura che si diceva abitasse quelle acque. Era una bestia antica, figlia di tempi oscuri, che nessuno osava avvicinare. La chiamavano "il Drago della Baia".

Di quel drago si narrava che fosse immenso, coperto di scaglie nere come la notte e con occhi di fuoco che brillavano nell'oscurità, le sue ali, quando si aprivano, coprivano il cielo e le sue fauci erano capaci di ingoiare intere navi. Nessuno, tra coloro che si erano avventurati troppo vicino alla baia, era mai tornato a raccontare la storia, solo il mare restituiva di tanto in tanto relitti spezzati e ossa sbiancate. Il drago non era solo un guardiano, ma una sentenza.

Gli anni passarono e la baia divenne un luogo di desolazione. I pescatori evitavano di nominare quel nome, come se anche solo pronunciarlo potesse evocare il mostro, ma non tutti avevano dimenticato quel luogo. Due uomini, Giustino e Procopio, seguaci di un santo ormai caduto in martirio, ricordavano la bellezza di quella costa prima dell'arrivo del drago, erano stati compagni di San Fruttuoso, un uomo di fede, che aveva portato la parola di Dio nelle terre più remote, fino a sacrificare la sua vita.

Una notte, poco dopo la morte del loro compagno, Giustino e Procopio ebbero una visione: mentre dormivano in una modesta capanna sulle colline, un angelo apparve davanti a loro, la sua figura era avvolta da una luce eterea, e la sua voce, quando parlò, era come il suono del vento che si infrange sulle onde.

"Seguitemi," - disse l'angelo con una voce che sembrava risuonare nell'anima stessa dei due uomini - "Dio vi ha scelti per una missione: Dovrete costruire una chiesa in memoria del vostro amato Fruttuoso, e vi condurrò in un luogo benedetto, lontano dal mondo, dove l'acqua è pura e la terra sacra."

I due uomini, increduli, ma pieni di fede, si misero in cammino seguendo la figura luminosa. Attraversarono valli e colline, fino a quando l'angelo non li condusse davanti a una baia nascosta tra le rocce, un luogo incantato e bellissimo, ma quella bellezza nascondeva un terribile segreto: il drago era lì, adagiato tra le onde come una piaga vivente, gli occhi fissi sulla riva, pronto a colpire chiunque osasse profanare il suo regno.

Giustino e Procopio si fermarono, terrorizzati dalla vista del mostro, il mare sembrava agitarsi al solo respiro della bestia, e il cielo si oscurava come se un maleficio coprisse quella terra.

L'angelo, però, non vacillò. Estrasse una spada scintillante, forgiata nella luce stessa del paradiso, e si preparò allo scontro, il drago, sentendo il pericolo, si sollevò in tutta la sua imponente altezza, e lanciò un ruggito che fece tremare la terra. Cominciò una battaglia epica, che sembrava scuotere gli elementi stessi della natura, il drago alzava onde altissime, cercando di travolgere l'angelo con la furia del mare, mentre l'angelo colpiva con precisione, ferendo il mostro con ogni colpo della sua spada.

La lotta durò ore, forse giorni, il tempo sembrava essersi fermato in quel momento di scontro tra la luce e l’oscurità, ma alla fine, il drago, indebolito e ferito a morte, si ritirò nelle profondità del mare, emettendo un ultimo, doloroso ruggito prima di scomparire per sempre.

Con la sconfitta del drago, la baia tornò alla sua pace originaria, il mare si placò e il cielo si schiarì, e Giustino e Procopio poterono finalmente iniziare la loro opera, lì, su quelle terre che avevano visto la caduta del mostro, eressero una piccola chiesa, dedicata a San Fruttuoso, una chiesa che sarebbe rimasta per secoli, custodita tra le rocce e bagnata dalle onde, come un segno di speranza e redenzione.

Ma non tutte le leggende finiscono così, con la sconfitta del male e la vittoria del bene, c'è un'altra versione di questa storia che si tramanda lungo la costa, si dice che San Fruttuoso stesso, dopo la sua morte, apparve in sogno a Giustino e Procopio, nella visione, il santo parlò loro di un luogo che avrebbero riconosciuto per tre segni: un drago, una fonte d'acqua e una caverna nascosta tra le rocce. Quei segni avrebbero indicato il luogo giusto per costruire la sua chiesa.

I due seguirono le indicazioni del sogno, e quando trovarono la baia, vi scoprirono tutto quello che il santo aveva predetto: il drago, la fonte d'acqua cristallina che sgorgava dalla roccia, e una caverna oscura, profonda come l'abisso stesso. 

Anche in questa versione si narra che il drago venne sconfitto, ma alcuni dicono che non sia mai morto davvero, si sussurra che si sia solo nascosto nelle profondità della caverna, in attesa che un giorno, quando gli uomini avranno dimenticato la sua leggenda, possa tornare.

Oggi, la chiesa di San Fruttuoso è diventata una magnifica abbazia, visitata da viaggiatori e pellegrini da ogni parte del mondo, ma chi sa ascoltare, chi si ferma in silenzio davanti al mare, giura che nelle notti più oscure, quando il vento ulula tra le montagne e il mare si agita inquieto, si può ancora udire, dal profondo della caverna, il respiro del drago che attende paziente il suo ritorno.

Posta un commento

0 Commenti