Ogni città o regione cela nelle pieghe della sua storia misteri e leggende, spesso inquietanti. Oggi vi condurrò in un angolo di Torino, la città magica per eccellenza, che incarna le due facce della una stessa medaglia, abbracciando luoghi occulti legati alla "magia nera" e alla "magia bianca", e al contempo una buona dose di cristianità . C'è una vecchia villa abbandonata e fatiscente fuori Torino, lungo la Strada e Traforo di Pino n°67, nella Val Grande di Mongreno, conosciuta come la Casa del Diavolo. Questa è la sua storia.
Villa Capriglio, situata lungo la strada che collega Chieri a Pino Torinese, è una delle antiche residenze di Torino, la casa è abbandonata da così tanto tempo che per i torinesi è diventata parte integrante del paesaggio, venne donata al Comune di Torino nel 1963, che, alcuni anni dopo iniziò lavori di ristrutturazione, ma furono presto interrotti e mai ripresi per motivi sconosciuti, e , come spesso accade, questo non ha fatto altro che aumentare il mistero che avvolge la casa.
La storia di questa affascinante magione inizia nel XVI secolo, quando un certo Marchisio decise di costruire qui, circondata dalle vigne, la sua dimora, la "vigna Marchisio", la cui costruzione iniziò nel 1706, era una delle tante residenze nobili di campagna della collina torinese. Nel 1746 era ancora incompleta, fu terminata nel 1761 quando fu venduta a Giovanni Paolo Melina di Capriglio, assumendo il nome che ha ancora oggi.
In tre secoli, molti sono stati i padroni di questa casa, eppure si può dire che è passata dal demanio al demonio, alimentando una serie di leggende a volte lussuriose ma spesso macabre o spaventose: la più antica leggenda narra che, quando era ancora la vigna Marchisio, Vittorio Amedeo II di Savoia vi si recava segretamente per incontrarsi con la sua amante. Nel 1773, quando l'ultimo figlio di Melina di Capriglio morì, la casa fu acquistata dal Regio Demanio, confermando così l'interesse dei Savoia per questa villa.
Fu acquistata da privati solo sessant'anni dopo, nel 1838. L'acquirente era Antonio Callamaro, preside della facoltà di giurisprudenza, che la regalò alla figlia, moglie dell'avvocato Edoardo Cattaneo dal 1878 e, per quasi cento anni, la famiglia Cattaneo fu proprietaria di questa residenza settecentesca, finché nel 1963 gli eredi la cedettero al Comune di Torino.
Dopo anni di abbandono, nel 1971 furono avviati i lavori di restauro, ma presto vennero interrotti e mai più ripresi. Forse anche chi lavorava in quella casa era a conoscenza delle leggende che circolavano su di essa: secondo alcuni, nei sotterranei vi erano cunicoli che portavano a una stanza utilizzata per messe nere e riti satanici, tanto che la casa del demanio è diventata nelle voci popolari la casa del demonio.
Anzi, secondo alcune voci, i lavori si interruppero proprio a causa di una scoperta inquietante presso le fondamenta, fatta dagli operai, pare che trovarono una serie di cunicoli sotterranei che conducevano a una camera ottagonale risalente agli inizi del 1800, realizzata da un architetto che praticava riti satanici e che aveva convinto i proprietari a unirsi alla sua setta.
Si narra infatti che i nobili di Villa Capriglio si divertissero con giovani fanciulle, spesso adescate o prelevate dalle campagne circostanti, queste sventurate – probabilmente torturate e uccise per riti satanici o perversioni varie – "sparivano" misteriosamente per non macchiare il buon nome delle famiglie aristocratiche.
Tuttavia, ad oggi non ci sono prove di questi episodi, al punto che tali racconti vengono ancora definiti "dicerie" diffuse da invidiosi, alcuni, infatti, affermano che quella stanza ottagonale sia la porta dell’Inferno, e per questo la villa è stata soprannominata “La Casa del Diavolo”.
Nel corso dei secoli, la dimora è stata teatro di eventi inspiegabili.
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Secondo una leggenda tramandata da generazioni, sembra che nelle notti d'inverno e di luna piena, quando c’è la nebbia, Villa Capriglio scompaia per poi ricomparire il mattino seguente, alcune testimonianze raccontano di aver visto delle luci accese dalle finestre della villa di notte, o di aver udito una musica di pianoforte provenire dall'edificio disabitato.
Altri raccontano di aver udito risate agghiaccianti o di aver visto figure spettrali muoversi intorno alla villa, per poi sparire improvvisamente alla vista dei fari di un'auto o di una fonte luminosa.
Ancora oggi, Villa Capriglio resta avvolta da un alone di mistero e terrore. Ogni tanto, qualche curioso avventuriero o temerario appassionato del paranormale si addentra tra quelle mura silenziose, sperando di carpire un frammento di verità o un brivido di paura.
Ma nessuno sa cosa può accadere.
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