L'enigma dell'uomo su Ponte Vecchio

L'enigma dell'uomo su Ponte Vecchio


Nella notte di Firenze, l'uomo su Ponte Vecchio emerge come un'ombra avvolta nell'antico manto di segreti. Il fiume Arno riflette il suo passo silenzioso, mentre il volto nascosto da un'oscura enigmatica figura. Nessuno sa da dove provenga o quale destino lo trascini attraverso le pietre centenarie del ponte. È un guardiano del tempo o un errante senza meta? La città, intrisa di leggende, sussurra il suo nome in un'eco di mistero senza fine

Il Ponte Vecchio che vediamo oggi, risale al 1345 ed è stato attribuito all’opera di Neri di Fioravante, un architetto del tempo, che lo ricostruì dopo quella che è considerata la piena più catastrofica ad aver colpito la città, quella del 1333. Sul ponte è conservata una targa, oggi quasi completamente consunta, in memoria dell’evento.

Dal 1345, fino alla fine del XVI secolo era occupato dalle botteghe di macellai, erbivendoli, pescivendoli e fruttivendoli, oggi, come sappiamo bene, è uno dei luoghi simbolo di Firenze, con tutte le gioiellerie e botteghe di orafi ed il motivo è molto curioso.

Ufficialmente per motivi di decoro di un così importante punto nevralgico della città e, probabilmente, per poter incassare imposte più alte, si decise di liberare queste botteghe darle ad orafi e argentieri, con divieto di installare attività differenti dal commercio di preziosi.

In realtà si dice che il Granduca Cosimo I, che fece costruire il cosiddetto Corridoio Vasariano, il suo passaggio segreto tra Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti, mal sopportava i cattivi odori e gli schiamazzi dei bottegai, per cui il figlio Ferdinando I, emanò il decreto.

Sia come sia, lo sgombro ebbe luogo il 2 maggio 1594 e da allora in poi argentieri ed orafi hanno potuto esporre in esclusiva i loro preziosi nelle “madielle”, le antiche vetrine sporgenti con serrande a sportelli.

Ponte Vecchio è l’unico tra i ponti di Firenze ad essere sopravvissuto alla Seconda Guerra Mondiale, i tedeschi decisero di abbattere tutti i ponti di Firenze per rallentare il passaggio degli alleati, tutti furono demoliti, ma lui, il Ponte Vecchio no, riuscì a sopravvivere.

C’è una storia al riguardo, pare che uno degli orafi, un certo ,la notte prima dell’esplosione, riuscì a trovare e va a manomettere la carica che avrebbe dovuto far saltare il ponte, salvandolo da distruzione certa.

Altri invece indicano Gehrard Wolf, console tedesco a Firenze, insieme all’arcivescovo di Firenze Elia Dalla Costa, come colui che riuscì a convincere i capi dell’esercito tedesco ad evitare la distruzione del più importante e antico ponte di Firenze.

Ma non è la storia del Ponte Vecchio ad interessarci, ma il fantasma che si dice comparirebbe su questo simbolo di Firenze. Si dice possa essere quello di Dante che passeggia sul ponte, magari alla ricerca della sua amata Beatrice, oppure quello di Lorenzo il Magnifico, che di Firenze ha fatto la culla dell'arte, oppure altri sostengono che nel settembre del 1991 Baldaccio di Anghiari sia apparso ad un ragazzo fiorentino e che a testimonianza di quell’incontro ci sia una fotografia che mostra l’immagine di un uomo in armi, ma non c’è nulla di certo.

Di certo si racconta che il 23 agosto del 2013 si sia materializzato un misterioso personaggio e questi racconti hanno solleticato la curiosità dei media più importanti, fino a che una squadra di Ghost Hunter, dotata di attrezzature speciali, si è appostata sul celebre ponte.

Sui risultati non ci sono dati certi, probabilmente non sono stati soddisfacenti, ma certamente è affascinante credere che lo spettro del Sommo Poeta o del Magnifico, sia ancora in città, a passeggiare sul ponte come un fiorentino qualsiasi.


Posta un commento

0 Commenti