La Leggenda di Radegonda e del principe delle nuvole

La Leggenda di Radegonda e del principe delle nuvole


Ogni grande storia ha bisogno di un protagonista, un eroe e ogni protagonista per essere tale ha bisogno di un cattivo, un antagonista e la trama del racconto si sviluppa narrando della lotta tra il bene ed il male, dove di solito il lettore parteggia per il bene, che spesso è destinato a vincere. Ma qui, una volta passati al lato oscuro, la vittoria del protagonista non è sempre così scontata. 

C’è una leggenda ambientata in un tempo lontano che racconta che nella Rocca di Angera, vicino a Varese, viveva un nobile di buon cuore e ben voluto da tutti i paesani.

Ma c’era anche un uomo malvagio, un marchese che imponeva sempre nuove tasse e a coloro che non potevano pagare, gli bruciava la casa e gli devastata i campi, Margolfo questo era il nome del tiranno.

I nobili, loro malgrado, pagavano e anche il buon Signore di Angera, ma non erano i soldi a preoccuparlo, lui aveva più timore per la figlia, una bellissima fanciulla di nome Radegonda. L’uomo pensava che se Margolfo l'avesse vista l’avrebbe pretesa in sposa.

L’uomo aveva dato ordine alle sue guardie di vedetta di avvertirlo qualora avessero visto l’arrivo del marchese da lontano, in modo che Radegonda si nascondesse dalla sua vista.

Ma un giorno una fitta nebbia nascose alle vedette l'arrivo del perfido marchese e, una volta giunto al castello, fu impossibile nascondergli l'esistenza di Radegonga e, come temeva il padre, Margolfo si invaghì subito di lei e chiese la sua mano.

Il nobile non poteva che piegarsi alle volontà del signore, ma prima di cedere chiese due mesi di tempo per preparare la cerimonia. Tutto fu inutile, perché la povera Radegonda per la disperazione aveva smesso di mangiare e di dormire.

Per cercare un po’ di sollievo, decise di passare gli ultimi due mesi sull’Isolino Partegora, un piccolo scoglio sul Lago Maggiore, al centro del golfo di Angera.

Ma con il suo arrivo tutto sembrava triste e tutto sembrava soffrire insieme alla giovane, perfino l'usignolo che cantava sempre era sparito e, nel tentativo di cercarlo, la fanciulla alzò gli occhi al cielo e fu allora che successe qualcosa di veramente incredibile.

Una nuvola si staccò dal cielo e cominciò a scendere verso Radegonda e più scendeva più era luminosa, tanto abbagliante che la giovane non riuscì a tenere gli occhi aperti.

Quando la luce finì e la fanciulla poté riaprire gli occhi, davanti a lei c’era un giovane di rara bellezza, era il Principe delle Nuvole, venuto da lei per darle conforto.

Passarono due mesi spensierati, tanto che Radegonda aveva dimenticato il suo matrimonio, ma il giorno arrivò, tutti erano pronti per la cerimonia e quando Margolfo arrivò, non trovando la sua sposa, andò su tutte le furie.

Riuscito a sapere il nascondiglio della giovane, il cattivo marchese si diresse verso l’Isolino Partegora e cominciò a chiamare a squarciagola Radegonda, ordinandole di andare da lui, altrimenti sarebbe andato lui stesso a prenderla.

Il principe delle nuvole a quel punto chiese aiuto a due nuvole nere sue sorelle, che fulminarono Margolfo, trasformandolo in un macigno, che sprofondò in mare proprio davanti all’isolotto.

Ma le nostre storie non hanno mai un lieto finale e anche questa non finisce con la sconfitta dell’antagonista.

Dopo la trasformazione di Margolfo, tutti gli abitanti del borgo furono felici di essersi liberati del malvagio marchese e Radegonga ritornò al castello da suo padre trascorrendo giorni felici, ma dopo un po’ ti tempo una forte siccità colpì quella zona e fece abbassare di molto il livello dell’acqua nel lago.

Un pescatore che stava attraversando il lago che da Angera arrivò all’Isolino Partegora e quasi lo colpì, dato che a causa della siccità era emerso dalle acque.

Avvicinandosi l'uomo vide inciso sul masso questa frase 

Chi mi vedrà piangerà

In effetti, quando la siccità colpisce, non fa crescere neanche un filo d'erba, i campi diventano aridi e secchi e una società basata sull’agricoltura e l’allevamento ne soffre molto.

Così, durante le grandi siccità, si compie ancora una volta il destino del perfido Margolfo, che in vita saccheggiava e distruggeva le terre di Angera e così in morte, ogni volta che compare, continua a portare distruzione e carestia.



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