La storia del Sacro Graal di Genova

La storia del Sacro Graal di Genova


Ci sono storie vere che sembrano incredibili e poi ci sono storie talmente false e inverosimili che sono così affascinanti da risultare credibili e, con il passare del tempo, possono sembrare reali. Questo è il caso della storia del Santo Graal che si nasconde in bella vista nella Cattedrale di San Lorenzo a Genova


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Secondo la leggenda, il Santo Graal è la coppa in cui Gesù nell'ultima cena avrebbe compiuto il miracolo della trasformazione del vino in sangue e successivamente dove Giuseppe di Arimatea avrebbe raccolto il sangue versato da Cristo morente sulla croce.

La storia del Santo Graal è uno dei più noti miti europei ed è nata in Gran Bretagna poco dopo l’anno mille, ai tempi delle crociate, fino ad inglobare le leggende di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda che dovevano compiere l’impresa di ritrovare questa importantissima reliquia.

Il luogo preciso dove sia conservata la coppa che contenne il Sangue di Cristo è tuttora un mistero, ma esistono molti racconti, alcuni dei quali improbabili, che lo collocano nei posti più strani e incredibili.

Uno di questi ci porta a Genova ed in particolare nella Cattedrale di San Lorenzo, dove il Graal non è affatto nascosto, anzi è sotto gli occhi di tutti i visitatori e questa è la sua avventurosa storia.

Siamo nel 1099, l’Europa si sta risvegliando dopo i secoli bui e sta per partire la Prima Crociata per liberare la Terra Santa dagli infedeli. Genova, come molte altre città, invia un contingente di soldati con a capo Guglielmo Embriaco, detto Testa di Maglio e con l’esercito critiano conquistano la città di Cesarea.

Secondo i racconti di un arcivescovo di Genova del XIII secolo, Jacopo da Varagine, fu in quella occasione che Testa di Maglio ed il suo esercito venne in possesso del misterioso piatto utilizzato da Gesù durante l’ultima cena.


Il Graal, o Sacro Catino, come veniva chiamato, è un vaso esagonale di materiale trasparente di colore verde brillante, tanto che, all'epoca in cui venne portato a Genova, si credette fosse di smeraldo.

Da quel momento il Sacro Catino fu al centro di numerose dispute: fu venduto e poi riscattato nel 1327, nel 1409, Jean Le Meingre detto Boucicault, governatore francese di Genova, tentò di rubarlo, anche la Repubblica di Venezia rischiò l’impresa qualche anno più tardi, ma senza successo.

Anche l’esercito di Carlo V, Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e Arciduca d'Austria, provò nel 1522 a prenderlo, ma fallì anche lui, grazie all’eroica resistenza dei frati, la coppa infatti secondo gli ordini della Compagna Comunis non poteva essere portata fuori dalla sacrestia della Cattedrale ligure e forse ad un riscatto di 1000 ducati.

Nel 1806, quando Napoleone Bonaparte conquistò Genova portando con sé l’oggetto prezioso a Parigi, il Graal sembrò perduto per sempre, ma, dopo la disfatta dell’imperatore francese, il Sacro Catino fu restituito il 14 giugno 1816. Sfortunatamente la reliquia non era più integra, era stata infatti divisa in 10 pezzi, di cui uno mancante.

Gli studi seguiti ai restauri hanno spostato in avanti la data di creazione del manufatto, spostandola anche nello spazio, l'opera conservata a San Lorenzo sarebbe di origine islamica e creata tra il IX ed il X secolo, ma non fa niente, quello che davvero importa è l’aura che lo ammanta e che fa essere il Sacro Catino uno tra gli oggetti che rendono Genova così strana e misteriosa.




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