Lo Strascico della Regina

Lo Strascico della Regina


Da molte generazioni a Sarteano, un borgo non lontano da Siena, si tramanda una vecchia storia che suscita curiosità e allo stesso tempo qualche perplessità, ma, per quanto sia strana e incredibile, ogni leggenda popolare ha un fondo di verità. Questa è la storia dello “Strascico della Regina”.



Nel tratto di boscaglia tra l’Abbazia di Spineta e l’ormai dimenticato castello delle Moiane, i cui resti ancora oggi si intravedono coperti di erba e sottobosco, c’è una striscia di terra dove non cresce fiore.

Gli abitanti di Sarteano raccontano che quel lembo brullo sarebbe dovuto al passaggio dello strascico di Dorilla, una regina, o una contessa longobarda, prima di essere inghiottita dagli inferi a causa della sua blasfemia.

Ma ogni storia va raccontata bene dall’inizio.

Siamo nella seconda metà del VIII secolo e nel castello delle Moiane abitava una contessa di nome Dorilla, la giovane aveva un'anima ribelle e guerriera  ed era conosciuta in zona per la sua arroganza e malvagità e per questi motivi era temuta ed odiata da tutti.

Se non fosse stato per il suo sconfinato orgoglio e per il suo temperamento, sarebbe potuta essere l’idolo dei propri vassalli, poiché era una giovane bella e coraggiosa, ma il racconto della sua oscura vicenda sarebbe stato di certo meno interessante.


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Tutti i vassalli erano intimoriti dalla donna, tutti la temevano, solo i monaci della vicina Abbazia di Spineta non sembravano interessati a lei e questo fatto fece sì che i rapporti tra l’abbazia ed il castello fossero molto tesi.

Accadde un giorno, per alcuni la notte di una vigilia di Natale, che lei e il suo piccolo esercito partecipasse alla Santa Messa prima di partire per una battaglia, ma il cappellano non si era presentato e Dorilla, per non dover chiedere l’aiuto dei monaci dell’abbazia, decise di celebrare lei stessa il Santo Sacrificio.

Si vestì con i paramenti e, assistita da due damigelle, nello sbigottimento generale, si accostò all’altare e, al momento della consacrazione, dal calice d’oro uscì un serpente che, nonostante Dorilla tentasse di fuggire, la avvolse con le sue spire e la trascinò giù per il pendio fino ad un dirupo dove sparì per sempre.

L’abisso dove la nobile precipitò prese il nome di Buca del Diavolo, per ricordare l’atto sacrilego di Dorilla ed il percorso in cui il serpente la trascinò, quello dove non cresce vegetazione, fu chiamato “Lo Strascico della Regina”.

Non si sa per certo se Dorilla fosse realmente esistita e quali parti delle leggende popolari abbiano un fondamento di verità, senza dubbio la sua figura vive nelle tradizioni di Sarteano e della sua montagna.

È possibile che nella zona sia vissuta che una ricca feudataria, odiata per le sue angherie e che lo sdegno del popolo abbia generato questa leggenda del serpente e dell’eterna dannazione.

Ci sono varie versioni della storia, varie sfumature, alcune chiamano in causa il Diavolo ed un patto tra la giovane e il maligno, ma l’elemento cardine della leggenda, il calice da cui esce il serpente e la punizione, è stato dipinto da ignoti e l’opera è contenuta ancora oggi all’interno della chiesa di Spineto.


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