Il fantasma di Ca' Mocenigo

Il fantasma di Ca' Mocenigo


C’è una strana storia di fantasmi che unisce una delle piazze più suggestive di Roma e Venezia, un racconto non banale di un frate che osò sfidare la Chiesa e, nonostante una tragica morte, riuscì a vincere la sua guerra, questa è la storia dello spettro di Giorndano Bruno che ancora oggi infesta Palazzo Mocenigo



Tempo di lettura 5 minuti - Puoi anche ascoltare la storia dalla Voce dell'Alchimista, video in fondo al racconto

Era una fredda mattina quel 17 febbraio del 1600 e il palo al centro di Campo de’ Fiori a Roma attendeva l’uomo che stava svoltando da Via del Pellegrino, il condannato camminava a fatica, era legato e aveva la bocca serrata da un mordacchio, affinché non potesse parlare.

Giordano Bruno arrivò fino al luogo del supplizio, dove lo attendeva il boia, nel punto preciso dove oggi sorge il monumento a lui dedicato, intorno a lui una folla di gente, accorsa ad assistere allo spettacolo dell’esecuzione in una città che festeggiava l’anno giubilare.

Fu acceso il fuoco e l’uomo perì tra atroci sofferenze e le sue ceneri vennero gettate nel Tevere. Questo fu il tragico epilogo di una vita che è passata alla storia.

O forse no.

Palazzo Mocenigo Ca’ Vecchia è un edificio rinascimentale cinquecentesco che sorge in campo San Samuele sul Canal Grande, sopra una fabbrica medievale del secolo precedente che ospitò nel corso del tempo numerosi illustri personaggi della cultura, della politica, della filosofia e dell’economia del tempo.

Anche Giordano Bruno soggiornò nel palazzo tra il 1591 e il 1592, ospite del nobile Giovanni Mocenigo, desideroso di apprendere le arti della memoria, della magia e delle dottrine dell’occulto, nonostante il frate domenicano fosse ai ferri corti con le autorità̀ ecclesiastiche per le sue teorie filosofiche.

Dopo qualche tempo, Giovanni, non riscontrando alcun miglioramento nelle proprie capacità ed invidioso dei poteri del domenicano decise di denunciare Giordano Bruno alle autorità, portando delle accuse gravissime e facendo leva sulla sua pessima reputazione.

Gli addebiti andavano dalla blasfemia, al disprezzo delle religioni e al non credere alla Trinità e, con i precedenti che aveva, Giordano Bruno fu tradotto in carcere il giorno successivo e dopo un calvario di più di sette anni, arrivò a Campo de’ Fiori quel 17 febbraio 1600.

La morte del frate domenicano non fa terminare la storia, sia perchè la sua opera aprì la strada al superamento del sistema tolemaico e alla rivoluzione scientifica, ma soprattutto per via di certe apparizioni a Palazzo Mocenigo.

Si narra che la notte dell’anniversario della sua esecuzione lo spettro di Girdano Bruno compaia nell’antica casa veneziana, alcune donne anziane avrebbero visto dietro la finestra superiore destra, il volto bruciato del frate.

Inoltre nel solaio dove abitò per quasi un anno ci sarebbero stati diversi fenomeni paranormali legati all’acqua: sembra infatti che ci siano strane perdite da tubi e rubinetti, con conseguenti allagamenti della stanza, dovuti a guasti non spiegabili a danni né usura.

La presenza del fantasma di Giordano Bruno nella casa a Campo San Samuele, gli strani eventi paranormali legati all’acqua sono solo leggende metropolitane oppure nella notte in cui ricorre l’anniversario della sua morte, il frate eretico si manifesta realmente in quelle stanza?

Non lo si sa con certezza, ma è molto affascinante l’idea che lo spettro di un uomo ucciso sul rogo si mostri con eventi legati all’acqua.




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