Il fantasma di Paganini e i misteri della Torre Grimaldina

Il fantasma di Paganini e i misteri della Torre Grimaldina


In questa storia ci sono due miti egualmente maledetti e misteriosi, il primo è un uomo, anzi il fantasma di un uomo, lo spettro del violinista maledetto, Niccolò Paganini ed il secondo è un luogo, anzi più luoghi, i carruggi di Genova che sono da sempre teatro di apparizioni, che portano tracce di presenze del passato, frutto della credenza popolare e di avvenimenti storici.




Tempo di lettura 5 minuti - Puoi anche ascoltare la storia dalla Voce dell'Alchimista, video in fondo al racconto

Si potrebbe dire che l’apparizione del fantasma di Paganini nei carruggi di Genova sia un po’ scontata, infatti non parleremo di questi avvistamenti, ma di uno in particolare in un luogo molto popolare nella città ligure, racconteremo di quella volta che lo spettro di Paganini si manifestò a Palazzo Ducale.

La vita di Niccolò Paganini non è stata una vita normale, abbiamo già raccontato il suo lato oscuro, dal patto col Diavolo al suo essere una rockstar maledetta già nel XIX secolo, fino alla sua morte, che non è stata comune, dato che il suo volto è rimasto intatto per quasi due secoli. 

La storia del suo fantasma va ad aggiungere un altro pezzo di immortalità alla sua leggenda.

I carrugi di Genova sono il luogo perfetto per apparizioni spettrali, dati gli stretti vicoli, gli alti palazzi antichi e i chiaroscuri della luce che non riesce a filtrare del tutto e molte sono le testimonianze di persone che hanno visto figura di Paganini insieme al suo violino vagare ancora per quelle strade, ma l’evento più strano e misterioso è accaduto a Palazzo Ducale.

Il celebre violinista ligure in vita aveva già fatto visita al palazzo, più precisamente alla Torre Grimaldina, che nel 1815 ospitava le carceri.

Paganini era stato accusato, con molta probabilità ingiustamente, di aver rapito e fatto prostituire una giovane fanciulla, Angelina Cavanna, l’accusa del padre della ragazza era stata mossa con lo scopo di estorcere del denaro, ma il violinista fu scagionato e liberato, dietro il pagamento di 1.200 lire, una cifra molto alta all’epoca.

Probabilmente in questa occasione Paganini aveva stretto un legame particolare con Palazzo Ducale.

La notte del 16 giugno del 1947, all’interno del Salone del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale, si stavano svolgendo le riprese di un film sulla vita dell’artista genovese intitolato “La voce di Paganini” e la scena era incentrata sul Maestro De Barbieri, primo violino del Teatro dell’Opera, che stava suonando con il celebre violino di Paganini, costruito da Giuseppe Guarneri del Gesù.

Il violino, soprannominato da Paganini stesso il Cannone, era lo strumento originale, costruito nel 1743 e fatto riparare nel 1833 ed era perfettamente funzionante più di cent’anni dopo.

L’uomo stava eseguendo il brano Le Streghe, uno dei preferiti da Paganini, quando nel silenzio della sala furono udite queste parole:

“Io sono Paganini, Bravo Bravo” 
“Ah! le mie Streghe, le Streghe”

Sul momento lo spavento prese il sopravvento sulla troupe, ma poi, pensando ad uno scherzo di cattivo gusto, fu chiamata la polizia che fece un meticoloso controllo degli ambienti alla ricerca di un microfono nascosto o di qualcosa che potesse essere stato utilizzato per riprodurre quella strana voce.

Ma fu tutto inutile, nessuno riuscì a capire da dove venisse e la storia finì sui giornali dell’epoca.

Prove di questa storia si possono trovare anche nei verbali originali della polizia che sono ancora custoditi presso l’Archivio dell’ufficio Belle Arti del Comune di Genova, più precisamente il fascicolo 63/13 contenuto nella scatola 15.

Non c’è da stupirsi che questo strano evento sia privo di una spiegazione naturale, d’altronde Paganini in vita ci ha abituato ad aneddoti anche più misteriosi, cosa volete che sia sopravvivere da spettro per un uomo che ha fatto un patto con il diavolo?




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