La murata viva del castello di Illasi

La murata viva del castello di Illasi


Agli inizi del XIX secolo, nel corso di alcuni lavori di restauro nel castello, fu ritrovato lo scheletro di una giovane donna, ancora in catene e fu chiaro dal tipo di ossatura di chi si trattasse. Erano i resti di Ginevra Serego degli Alighieri, signora del Castello di Illasi e questa è la triste leggenda che racconta della sua morte e del fantasma che ancora dimora nel castello.




Posto sul crinale della collina sopra al paese di Illasi, il castello insieme a quello di Soave, a meno di 10 chilometri a nord, sono stati costruiti per facilitare il controllo dell’omonima valle sottostante, che, insieme alla Val Traminga e la Val d’Alpone, forma la Valle dei Ciliegi. 

Le prime notizie certe del castello si hanno a cavallo dell’anno Mille, quando risultava di proprietà di un diacono, un certo Moisè, poi nei secoli seguenti fu spesso teatro di guerra e oggi versa in condizioni disastrose, di fatto si sta sgretolando sotto i nostri occhi.

Ma torniamo al nostro scheletro in catene.

Il ritrovamento dei resti, avvenuto nel XIX secolo, fu subito collegato a Ginevra Serego degli Alighieri, moglie di Girolamo II Pompei e fece tornare alla memoria la sua triste vicenda ed il racconto di un fantasma che vaga senza pace nel castello.

Donna Ginevra, una lontana discendente di Dante Alighieri, si era sposata nel 1584 con il nobile Girolamo Pompei, questo, come tanti altri al tempo, era un matrimonio di interesse che aveva unito il patrimonio dei Serego Alighieri ed il titolo nobiliare dei Pompei.

In questa unione non c’era spazio per l’amore, infatti i coniugi riuscirono ad avere un erede, Faustina, solo cinque anni dopo il matrimonio, anche perché il Conte, essendo un uomo d’armi, era spesso lontano dal castello.

Anche dopo la nascita della figlia, Girolamo, preferendo le arti della guerra all’arte dell’amore, lasciava spesso sola Ginevra, isolata nel suo castello, che di fatto era diventata la sua prigione.

Fu così che la donna espresse il desiderio di passare del tempo nel palazzo cittadino della famiglia, per cui fu accompagnata a Verona da una guardia del corpo personale di Girolamo, un certo Griffo.

In città Ginevra ebbe la possibilità di conoscere Virginio Orsini, il podestà di Verona e tra loro scoppiò una passione travolgente.

Nonostante la giovane fosse stata aiutata proprio dal servitore del Conte, il tradimento passò inosservato e Ginevra fu scoperta e costretta a confessare un gesto che a quei tempi, le sarebbe costata la vita.

Il Conte Pompei invece aveva piani più crudeli e, una volta ucciso il servitore a pugnalate e messo in fuga l’amante, fece sparire la moglie fedifraga e di lei non se ne seppe più nulla.
Ci fu un processo, ma non servì a nulla, fu più forte la volontà di coprire lo scandalo e comunque Virginio Orsini nella sua fuga era stato catturato a Roma dalle truppe pontificie e qui giustiziato per ordine del Papa.

Cominciarono a circolare voci sul destino di Ginevra, qualcuno raccontava che la giovane fosse stata rinchiusa dal marito nelle segrete del Castello a causa del suo tradimento, ma erano solo dicerie, come quelle del fantasma avvistato più volte nel corso dei secoli e udito lamentarsi e piangere del suo triste destino affacciato ad una finestra del castello.

Con la scoperta delle ossa del secolo scorso, si pensava di aver finalmente dato una spiegazione ad un mistero che durava da quasi quattrocento anni, invece studi successivi hanno stabilito che quelle ossa non possono appartenere a Ginevra, ma a qualche prigioniero del castello in epoca più recente.

Ma allora che fine ha fatto Ginevra? Di chi sono quelle ossa ritrovate dietro alla parete? E soprattutto chi è il triste fantasma che si mostra dal Castello di Illasi?


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