Tra i vicoli del centro storico di Napoli, i più anziani ancora dicono “O Munaciello, a chi arricchisce e chi appezzantisce”. Il Munaciello è uno spirito dispettoso che vive nelle case, può portare sia fortuna sia sventura, indossa sempre un saio da monaco per nascondere orribili fattezze e si aggira nei vicoli della città.
Tempo di lettura 4 minuti - Puoi anche ascoltare la storia dalla Voce dell'Alchimista, video in fondo al racconto
O Munaciello è uno dei simboli leggendari del folklore napoletano, è lo spiritello dispettoso della casa che può portare fortuna o sventura, l’origine di questo spirito è molto antica, risale ai tempi del regno Aragonese e ci sono diverse versioni sulla genesi di questa creatura.
Secondo alcuni sarebbe il figlio deforme di Caterinella Frezza, una ricca donna napoletana di metà del XV secolo, che si innamorò di Stefano Mariconda, un garzone contro il volere del padre, un ricco mercante di stoffe.
Dalle cronache del tempo sembrerebbe che la coppia si incontrasse di nascosto durante la notte, per non farsi scoprire dalla famiglia di lei, il giovane garzone raggiungeva la casa di lei percorrendo un pericoloso sentiero sui tetti della città. Una sera, però, scivolò, cadde – o fu fatto cadere – nel vuoto e morì.
Caterinella fu rinchiusa in un convento subito dopo il fatto, dove diede alla luce il bimbo frutto di quella relazione clandestina. Il piccolo era nato deforme, con la testa troppo grande, quasi mostruosa e il corpo troppo piccolo.
La giovane madre cominciò a vestirlo con degli abiti bianchi e neri che ricordavano un saio col cappuccio, come quello indossato dai frati domenicani. Da qui il soprannome “Munaciello”.
Anche la morte del Munaciello, così come la sua vita, è avvolta nel mistero: le sue ossa furono rinvenute in una cloaca e molti sostenevano che potesse essere stato ucciso dai Frezza, decisi a far sparire il frutto di quel rapporto segreto.
Dopo la sua scomparsa, lo spiritello venne avvistato in molti luoghi e abitazioni e, con il passare del tempo, gli furono attribuiti poteri magici, tanto da farlo diventare una leggenda.
Esiste un’altra ipotesi sull’origine del Munaciello: sempre nel 1600 nel sottosuolo di Napoli lavoravano uomini indispensabili per la città che, proprio grazie alla bassa statura, utilizzavano la rete dei corsi d’acqua, per pulire le cisterne ed i canali di scolo delle case del centro storico. Erano i pozzari.
Questi uomini, per aggirarsi negli stretti e maleodoranti cunicoli, avevano lucerne a olio ed erano coperti da un elmetto e un mantello di lavoro che poteva somigliare all'abito di un prete.
Secondo questa versione non ci sarebbe solo un Munaciello, ma un gruppo di professionisti che, muovendosi nei canali, arrivavano nelle case del centro storico e talvolta ne approfittavano per fare uno spuntino, per rubare qualche oggetto di valore.
Altri sostengono che questi dispetti avvenivano come vendetta per non essere stati pagati per i servizi erogati.
Sia come sia, il popolo napoletano ha continuato a vederlo per le strade della città e ad attribuire alla sua sete di vendetta gli eventi sfavorevoli che si verificavano.
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