Santa Maria della Strada, la leggenda del Re Bove

Santa Maria della Strada, la leggenda del Re Bove


Il Molise è una terra piena di gioielli architettonici e la chiesa di Santa Maria della Strada è uno di questi. Situata sulla cima di una collina, si affaccia sul tratturo che conduce in Puglia ed è caratterizzata da un grande numero di bassorilievi, tra cui il più misterioso ritrae un bue. Attorno alle origini di questa piccola chiesa c’è una storia che parla di un re e del Diavolo in persona.



Tempo di lettura 5 minuti - Puoi anche ascoltare la storia dalla Voce dell'Alchimista, video in fondo al racconto

La chiesa di Santa Maria della Strada in agro di Matrice è tra le basiliche più affascinati del Molise, non solo per la sua splendida architettura, ma anche per la sua particolare storia, per le leggende che si raccontano, ma soprattutto per i misteri a cui è legata.

Anche la datazione è incerta, molti studiosi sostengono che sia stata costruita prima dell’anno Mille e che sia uno straordinario esempio di architettura longobarda, ma questo non è l’unico mistero legato all’edificazione di questa chiesa.

Si racconta una strana storia legata a Santa Maria della Strada, questa leggenda è stata tramandata oralmente di padre in figlio e, avendo affascinato intere generazioni, è entrata a far parte del patrimonio culturale della zona.

Il protagonista di questo racconto è un re di nome Bove, che si era follemente innamorato di una sua parente, c'è chi parla di una sorella e chi invece di una figli, in ogni caso, data la natura incestuosa della relazione, si rivolse al Papa per ottenere la dispensa ed il permesso di poterla sposare.


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Il Papa non negò il permesso, almeno non direttamente, fu più diplomatico e rispose che avrebbe benedetto l’unione a patto che Bove fosse riuscito a costruire cento chiese in una sola notte. Ma non solo, le chiese dovevano avere una dimensione ed una grandezza ben determinata ed essere visibili l’una dall’altra.

Un compito arduo, un progetto impossibile per un uomo, ma il sovrano, disperato e disposto a tutto, si rivolse al Demonio in persona affinché lo aiutasse e con questo siglò un patto scellerato: il Diavolo si rese disponibile ad assisterlo ed in cambio avrebbe avuto l’anima del re.

L'uomo e l'essere infernale passarono l'intera notte lavorando alacremente fianco a fianco: mentre il Demonio faceva rotolare dai monti circostanti i pesanti macigni, re Bove innalzava i muri, sovrapponendo i massi uno sopra l’altro.

Alla fine arrivò l’alba e all’appello mancava un’unica chiesa, i due accelerarono la costruzione, ma, prima che la centesima chiesa fosse completata, il sovrano iniziò a pentirsi del patto sacrilego, si fermò e pregò Dio per ottenere il Suo perdono.

Il Diavolo, furioso per il tempo sprecato ed accecato dall’ira, scagliò un grosso masso contro la chiesa in costruzione con l’intenzione di distruggerla, ma colpì solo il campanile ed il masso rimbalzò a poca distanza dall’edificio. La centesima chiesa era quella di Santa Maria della Strada.

Il macigno è ancora lì, al centro del piazzale, a poca distanza dalla costruzione, ormai terminata e viene chiamato dalla gente del posto "il masso del diavolo".

Alla sua morte, Re Bove venne sepolto nell’ultimo edificio costruito quella notte, Santa Maria della Strada.

La leggenda racconta che solo sette chiese delle 99 costruite siano sopravvissute nei secoli: quelle di Santa Maria di Monteverde, Maria Santissima Assunta di Ferrazzano, San Leonardo di Campobasso, Santa Maria di Cercemaggiore, Santa Maria della Strada, la cattedrale di Volturara Appula, ma rimane sconosciuto il nome della settima.

Questa leggenda non trova alcun fondamento storico, ma qualcuno ancora la racconta per giustificare la presenza sulla sua facciata dell’immagine ripetuta di un bue, che sarebbe una sorta di firma del mitico sovrano.




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