L'amore impossibile che diede vita ai Laghi Gemelli

L'amore impossibile che diede vita ai Laghi Gemelli


Tempo di lettura 5 minuti - Puoi anche ascoltare la storia dalla Voce dell'Alchimista, video in fondo al racconto

Tra le Alpi Orobie, vicino a Branzi, c'è un piccolo lago sull'origine del quale si racconta una leggenda legata ad un triste e impossibile amore tra una ricca giovane ed un povero pastore. Questa è la storia dei laghi gemelli di Branzi



I Laghi Gemelli è uno stupendo specchio d’acqua vicino a Branzi nella bergamasca, prima dell’intervento dell’Enel che ha costruito una diga per la produzione di energia elettrica, erano originariamente, come dice il nome, una coppia di piccoli specchi d’acqua delle stesse dimensioni, separati da una stretta lingua di terra. 

Sull’origine dei due laghi in Val Brembana si racconta una leggenda abbastanza triste, che rispecchia la realtà dei tempi in cui è nata dalla fantasia popolare e vede come protagonisti una fanciulla, un pastore ed il loro impossibile sogno d'amore. 

A Branzi c'era un ricco possidente che aveva una giovane figlia, innamorata di un umile pastorello della Val Taleggio, che, come nelle favole, ricambiava il sentimento.  

Il ragazzo non aveva un lavoro stabile, l’umile ragazzo accudiva pecore e capre, e ogni anno era costretto ad andare in cerca di allevatori della zona che gli affidassero i loro capi di bestiame a pascolare in alta Valle Brembana.  

Il padre della giovane, consapevole della situazione, decise di troncare sul nascere i primi germogli di questo amore e promise in sposa la figlia ad un proprietario di fucine in Val Fondra. 

L’uomo era molto ricco e influente nella vita sociale del luogo, ma per nulla affascinante e molto più vecchio della fanciulla. 


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La ragazza lottò con tutte le sue forze contro questa decisione del padre, ma a nulla valsero le lacrime versate, il suo destino era segnato e la condannava a passare il resto della vita accanto ad un uomo che non amava e non avrebbe mai amato. 

Le giornate della fanciulla si trascinavano vuote, monotone e senza speranza in attesa della data delle nozze e lei, avendo smesso di mangiare, aveva iniziato a perdere le forze, fino a quando iniziò a dare i primi segni di squilibrio mentale. 

Il padre tentò fi tutto per far guarire la figlia, interpellò tutti i medici della valle e arrivò fino a Bergamo per consultarsi con i luminari di allora, ma non ottenne alcun risultato. 

Una mattina un medico trasandato che non dava particolari garanzie di professionalità, si presentò alla porta della famiglia e chiese di poter visitare la ragazza, il padre, oramai esausto, acconsentì. 

Nonostante il pregiudizio, furono tutti sorpresi della costanza del medico, che si presentava ogni giorno, e soprattutto la famiglia vedeva la giovane migliorare giorno dopo giorno, sembrava nuovamente innamorata della vita. 



In realtà non c’era alcuna cura miracolosa, né il medico era un vero medico, era il pastore che, saputo del matrimonio combinato, era tornato per cercare di cambiare il loro destino. 

I due passavano ogni pomeriggio insieme, ma questa situazione diventava ogni giorno più pericolosa, per cui decisero di scappare per coronare il loro amore lontano dalla valle. 

Lasciarono Branzi di nascosto dopo aver raccolto le loro poche cose e percorsero le strade di montagna, che il pastore conosceva molto bene, per evitare di essere scoperti, ma poco dopo essere fuggiti, udirono le campane di Branzi suonare. Erano stati scoperti e cominciarono a correre. 

Raggiunte le pendici del monte Farno, la ragazza, tentando di superare un tratto impervio, mise un piede in fallo e scivolò, cadde, batté la testa contro un sasso e rimase a terra svenuta.  

Il pastore tentava di far rinvenire la ragazza, ma, udendo delle voci dal fondovalle, la prese tra le braccia e cominciò a correre per il monte Farno, ma la stanchezza, il buio ed il luogo impraticabile, lo fece scivolare e, stringendo tra le braccia la sua amata, precipitò in fondo ad un precipizio. 

Nel luogo dove i due giorni caddero, si aprirono due piccole conche circolari dalle quali cominciarono a sgorgare due limpide polle d’acqua che, zampillando senza sosta, formarono due laghetti simili: i laghi gemelli. 

La storia dei due amanti della Val Brembana, nonostante tutto, ha un lieto fine, dato che la costruzione della diga adesso ha finalmente riunito i due innamorati, che adesso finalmente possono coronare per sempre il loro sogno d'amore 




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