Caterina Sforza, lo spettro che infesta la Rocca Sforzesca di Imola

Caterina Sforza, lo spettro che infesta la Rocca Sforzesca di Imola


La Rocca Sforzesca di Imola è un castello di età medievale che sorge nel centro della città di Imola, ma soprattutto si dice ospiterebbe lo spettro di Caterina Sforza, passata alla storia come grande condottiera, bellissima donna e custode dell’oscura arte dell’alchimia.



La Rocca di Imola fu costruita negli anni Trenta del 1300 sopra ai resti di un preesistente torrione del XI secolo, in seguito il castello ha subito vari interventi di ammodernamento in base alle nuove esigenze belliche sotto la guida di Gian Galeazzo Sforza.

Nel 1499, dopo aver conquistato la Rocca, Cesare Borgia a richiese l’intervento di Leonardo da Vinci per un’opera di rafforzamento della struttura a seguito dei danni subiti dal suo stesso esercito, dal 1524 divenne un carcere del Regno Pontificio e mantenne questa funzione fino al 1958, quando le carceri vennero chiuse.

La storia che andiamo a raccontare parte proprio dall’assedio di Cesare Borgia alla Rocca di Imola, quando a difendere il castello c’era la contessa Caterina Sforza, nota per il suo coraggio e determinazione, oltre che per la sua spietatezza in battaglia.

La sua personalità fu così carismatica, che i nemici soprannominarono il loro cannone più potente Caterina, in onore all’indomito coraggio della nobildonna.

A seguito della sconfitta, Caterina fu dapprima imprigionata nelle segrete di Castel Sant’Angelo a Roma ed in seguito a Firenze, dove morì il 28 maggio del 1509.

Qui finisce la storia di Caterina Sforza e inizia la sua leggenda.

Sembrerebbe che il fantasma della contessa si aggiri tuttora nel castello, apparendo di notte armata nel tentativo di difendere la fortezza dagli attacchi di Cesare Borgia, oppure di come a ogni apparizione del suo spettro, si oscuri tutto improvvisamente, in modo da impedire a chiunque di avvicinarsi alle sue stanze segrete.

Un’altra delle leggende collegate a Caterina è legata alle sue conoscenze oscure, era noto anche al tempo che la donna possedesse grandi competenze di alchimia e scrisse nel corso di vent’anni un ricettario, il Liber de experimentiis Catherinae Sfortiae.

Questo libro, redatto tra un assedio e l’altro, è composto da 471 tra ricette e pozioni per guarire dalle malattie e per conservare la bellezza, a questi rimedi vengono tutt’oggi attribuiti una certa efficacia.

La fama di alchimista di Caterina ha ispirato un’altra suggestiva leggenda che la riguarda: nelle notti di luna piena, alcuni raccontano di aver visto il bel volto della Signora del Castello di Imola apparire tra le bifore della rocca e scrutare l’orizzonte, nel tentativo di prevedere eventi futuri.

Ma c’è di più: nella Rocca Sforzesca sarebbe nascosto un favoloso tesoro e qualora qualcuno tentasse di avventurarsi su una stretta e buia scaletta che, secondo la leggenda, condurrebbe alla cassa d’oro, il fantasma di Caterina comparirebbe improvvisamente in cima oscurando tutto, in modo da impedire a chiunque di avvicinarsi al nascondiglio segreto.

Non possiamo con certezza affermare che questi siano racconti reali o semplici suggestioni alimentate dal carisma di un personaggio straordinario come Caterina Sforza, passata alla storia sia per il suo valore in battaglia, che come alchimista di grande capacità, ma senza dubbio ammantano di fascino e mistero la stupenda Rocca Sforzesca di Imola.


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