Quello che si aggira nei boschi che circondano il Castello di Strozzavolpe nelle notti di luna piena non è un fantasma normale, ma è il perfido spettro di una volpe che, secondo la leggenda, avrebbe dato il nome al maniero. Questa è la sua storia.
Tempo di lettura 4 minuti - Puoi anche ascoltare la storia dalla Voce dell'Alchimista, video in fondo al racconto
Attorniata da alti cipressi, la torre del Castello di Strozzavolpe si innalza fin dal XII secolo su una collina isolata di fronte al paese di Poggibonsi, nell’Alta Val d’Elsa vicino a Siena e come ogni castello che si rispetti ha la sua scorta di storie e leggende di fantasmi, nel caso del Castello di Strozzavolpe i fantasmi sono un po’ particolari.
Non è un caso che attorno al castello siano fiorite molte leggende, dato che il luogo dove sorge la fortezza è isolato e solitario e questo contribuisce a donare una particolare atmosfera, carica di oscuri presagi e adatta ad evocare cupe presenze.
Si parte già da prima della costruzione: si narra che quando un nobiluomo, probabilmente il marchese toscano identificato con Bonifacio IV Duca e Marchese di Toscana volle costruire il suo castello proprio su quella collina oltre la vallata del fiume Staggia.
L’edificazione del maniero non fu affatto facile, dato che durante le opere di realizzazione, si trovò a fronteggiare l’ostilità di un feroce animale e, mandati due servitori per cercare di capire con quale fiera avessero a che fare, questi tornarono terrorizzati con una notizia incredibile: l’animale con cui avevano a che fare era un’enorme volpe che era uscita dal bosco e che li aveva aggrediti.
La belva, perché di questo si trattava, riuscì a spaventare non solo i muratori e carpentieri, ma fece fuggire anche i cavalieri del nobile, armati di tutto punto, dato che sputava fuoco e fiamme dalla bocca.
Quell’episodio fu l’inizio di una lunga lotta tra l’animale e il nobile che durò per molto tempo e si concluse con la vittoria del nobile e l’uccisione della volpe, si dice da parte di Bonifacio stesso che, attirata la volpe con l’inganno, riuscì a strozzarla con un laccio.
Da questa leggenda deriva il nome del maniero.
A questo punto della storia, con il castello finalmente costruito, Bonifacio sembrerebbe poter dormire sonni tranquilli, invece non fu così.
Un mago alchimista, fido consigliere di corte, predisse che il maniero sarebbe durato fino a quando il corpo della bestia fosse rimasto integro, per cui il Marchese, divenuto Castellano, riempì la pelle della volpe con oro fuso e la nascose in un luogo segreto nelle mura del castello.
Ma così facendo Bonifacio rese immortale oltre il castello, anche lo spirito dell’animale, per cui la volpe, o almeno il suo spetto, non abbandonò il suo territorio e secondo i racconti, durante le notti di luna piena lascia il suo misterioso nascondiglio e si mette a girovagare per i boschi del circondario.
0 Commenti