Il Ponte del Diavolo di Borgo a Mozzano

Il Ponte del Diavolo di Borgo a Mozzano


È tardo pomeriggio, un uomo siede tristemente sulle rive del fiume Serchio, davanti ad un cantiere in costruzione. L’uomo è molto triste, ma ancora non sa che le cose peggioreranno, non può sapere che a breve farà l’incontro più sconvolgente della sua vita.




Il ponte sul fiume Serchio fu voluto dalla Contessa Matilde di Canossa attorno all’XI secolo per consentire ai viandanti e ai pellegrini di raggiungere Lucca per poi congiungersi alla via Francigena e proseguire fino a Roma, in quel periodo infatti la Valle del Serchio e la Garfagnana rappresentavano un passaggio strategico per la circolazione di merci, uomini da e verso il Nord Italia ed il Nord Europa.

Il ponte sarebbe stato lungo circa 90 metri ed avrebbe preso il nome Ponte della Maddalena, ma è molto più famoso per il nome Ponte del Diavolo per le leggende nate attorno alla sua costruzione.

Torniamo in riva al fiume dall’uomo triste davanti al cantiere, egli era S. Giuliano l’Ospitaliere, il capomastro incaricato della costruzione del ponte, che, avendo avuto problemi fin dall’inizio dei lavori, data la complessità della realizzazione, era in ritardo per la consegna del ponte.

Le difficoltà incontrate e soprattutto l’imminente scadenza lo fecero cadere nella più cupa disperazione e, pensando al disonore che gli sarebbe derivato per non aver terminato il ponte come promesso, evocò il Diavolo in persona per avere un aiuto.

Satana, come era solito fare, gli propose di stringere un patto: il maligno avrebbe terminato la costruzione del ponte in una sola notte, in cambio avrebbe preso l’anima di colui che avesse attraversato il ponte per primo.

Il patto fu siglato ed il ponte fu terminato in una notte, ma il muratore si sentì talmente in colpa da correre a confessarsi da un prete che gli suggerì una strategia per rimediare alla sua debolezza: gli disse di rispettare il patto, ma avrebbe dovuto far attraversare per prima una bestia, alcune versioni della leggenda parlano di un cane, altre di un maiale, altre ancora di una capra, ma poco importa, in questo modo avrebbe giocato il Maligno.

Il giorno dell’inaugurazione il capomastro segui il consiglio del prete e, bloccata la folla che voleva attraversare il ponte, fece passare per primo un maiale (o un cane a seconda delle versioni), il Diavolo, vistosi ingannato per la rabbia si gettò nel fiume per non riapparire più.
Altre versioni narrano che il furioso Satana, inferocito per la beffa, per ripicca modificò in modo incongruo l’ampiezza delle arcate del Ponte della Maddalena.

Un’altra leggenda, sempre con il Diavolo protagonista, è legata al nome della nobildonna Lucida Mansi che, bella e ricca, era terrorizzata dall’idea di invecchiare. 

Per riuscire nell’intento, le provò tutte, Lucida, dalle alchimie ai consigli di vecchi saggi, ma una mattina, accorgendosi di una lieve ruga sul viso, si mise ad urlare in preda alla disperazione, tutti i suoi tentativi si erano rivelati vani.

La sera, passeggiando sul Ponte della Maddalena, incontrò un giovane che le promise trent’anni di giovinezza in cambio della sua anima, la donna accettò senza indugio e così fu condotta sul punto più alto del ponte, dove il giovane si trasformò in Lucifero e la gettò nel Serchio.


Senza dubbio il Ponte della Maddalena è molto affascinate, dato il particolare disegno degli archi, ma queste leggende danno al ponte un’aura ancor più suggestiva.

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