Gilles de Rais, il primo serial killer della storia

Gilles de Rais, il primo serial killer della storia


Lo scrittore Perrault deve la sua fama a "I racconti di mia madre l’Oca", pubblicati in Francia nel 1697. Si tratta di undici fiabe che comprendono alcuni tra i più celebri esempi di letteratura per bambini e ragazzi: Cenerentola, Cappuccetto Rosso, Il gatto con gli stivali o La bella addormentata nel bosco, tra le storie c’è anche il quella di Barbablù. Ma la vicenda era realmente accaduta.



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Nel racconto di Perrault si narra la vicenda di un sadico assassino che uccide, in una stanza degli orrori, sette donne, dopo averle prese in moglie e tutti i dettagli convergevano sulla vicenda storica di Gilles de Rais, maresciallo dell’esercito regio, che aveva combattuto insieme a Giovanna d’Arco. Gilles era uomo ricco e raffinato, che dopo essere caduto in disgrazia, era divenuto un omicida seriale, pare che le sue vittime siano state oltre 140.

Il nobile francese, nato nel 1404 a Chamtocé in Bretagna e rimasto orfano in giovane età, era un uomo molto abbiente senza particolari meriti, la sua ricchezza derivava dalle ingenti eredità acquisite dal nonno Juan de Craon e dalla moglie Catherine de Thouar.

C’è un episodio che sembra abbia influenzato molto il carattere di Gilles: come abbiamo detto, perse i genitori molto giovane, ma mentre la madre morì di malattia, il padre rimase ucciso durante una caccia al cinghiale e la vista del padre agonizzante, con il ventre squarciato abbia colpito e traumatizzato il giovane, che avrebbe sempre mantenuto una certa attrazione per il sangue.

Ma fu soprattutto durante gli anni di guerra a forgiare il carattere di Gilles, aveva infatti scoperto quanto fosse inebriante uccidere: si stavano mettendo le basi di quello che sarebbe successo da lì a poco, la caduta e la follia.

Dopo la morte del nonno e privato della guida della Pulzella, Gilles iniziò una vita senza freni che lo portò presto a dilapidare la sua fortuna e, con il fine di riottenere le ricchezze perse, inviò i propri servitori a caccia di maghi in grado di evocare demoni che avrebbero potuto aiutarlo.

Quando Blanchet, amico di Gilles, incontrò il chierico Francesco Prelati, di Montecatini, trovò in lui l’uomo adatto alle esigenze del suo signore, il Prelati richiese dapprima di sacrificare di volta in volta una colomba o una gallina, ma, non ottenendo alcun risultato, suggerì di fargli omaggio di membra di un giovane.

Gilles aveva già da tempo intrapreso la via dell’omicida seriale, già dal 1432 erano iniziate strane sparizioni di fanciulli e fanciulle dalle campagne vicine ai castelli, ma ora il sacrificare a Satana le proprie vittime fu un ulteriore passo nell’abisso, perché fino a quel momento il nobile era ancora convinto di essere un buon cristiano.

Il totale dei fanciulli uccisi fu calcolato, durante il processo istruito nel 1440, in 140, ma le leggende di paese parlano addirittura di 600 bambini, anche se ovviamente, ogni numero si confonde con la leggenda del personaggio.

Fu il suo carattere a tradirlo: per recuperare una proprietà che a, causa dei debiti, era stato costretto a vendere a prezzi stracciati il 15 maggio 1440 mosse alla riconquista del castello di Saint-Étienne de Mermorte, da lui regolarmente venduto al tesoriere di Bretagna Guillaume Le Ferron. 

L’azione, oltre a violare un contratto regolarmente stipulato, tuttavia, portò il barone anche a infrangere le leggi della Chiesa, entrando in armi in un luogo sacro e prendendo in ostaggio il canonico Jean Le Ferron, fratello del nuovo proprietario del maniero.

Per questo motivo il vescovo di Nantes, competente per territorio, decise di avviare un’indagine che, nel volgere di pochi mesi, portò all’arresto dello stesso de Rais assieme a diversi suoi servitori

Sotto la minaccia della tortura e della scomunica, de Rais ha confessò le accuse e descritto minuziosamente le torture inflitte a decine di bambini rapiti dai suoi servitori per circa un decennio. 

Il 26 ottobre 1440, dopo aver ottenuto l’assoluzione dai peccati commessi, fu giustiziato mediante l’impiccagione e il rogo.

In tempi moderni, alcuni studiosi misero in dubbio che de Rais sia veramente colpevole dei reati per cui è stato giustiziato, facendo notare che la sua confessione sia stata ottenuta usando la minaccia di tortura. 

Tuttavia, la maggior parte degli storici che hanno esaminato le prove del processo di de Rais continuano a credere che abbia effettivamente commesso i terribili omicidi.

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