Béla Kiss il killer che compì il delitto (quasi) perfetto

Béla Kiss il killer che compì il delitto (quasi) perfetto


Esistono leggende, non certo positive, ma sicuramente interessanti per criminologi ed appassionati che studiano la vita e le gesta dei serial killer. La storia di Béla Kiss, lo sfuggente omicida ungherese, ha affascinato ed affascina ancora chi studia assassinii e omicidi.



La sua vita è degna di un thriller di prim'ordine: ci sono storie d’amore, inganni e omicidi, occultamenti di cadaveri, adescamenti, scambi d’identità e nomi fittizi, fughe precipitose, sfide alla polizia, finte morti, un racconto mozzafiato.

La storia di questo serial killer è stata raccontata molte volte e in ogni versione è possibile trovare particolari diversi, probabilmente alcuni dettagli sono stati inventati per rendere più interessante il racconto ed almentare il mito.

Béla Kiss nasce nel 1877 a Izsák, un piccolo paese nei pressi di Budapest, fu un terribile serial killer ungherese, si ritiene che abbia ucciso almeno 24 giovani donne, ma la leggenda parla di altre vittime.

La sua gioventù è molto nebulosa, si sa per certo che nel 1900 si trasferì nel villaggio di Cinkota, un altro paese vicino a Budapest, dove conosce Marie, una giovane ragazza che diventa presto sua moglie ed il giovane si stabilisce definitivamente nella cittadina, come nelle favole.

Ma questa non è una favola, è una storia criminale e ben presto succede qualcosa che fa scattare l'istinto omicida: in quesgli anni Kiss è spesso fuori per lavoro e Marie inizia una relazione sentimentale con un concittadino, un certo Paul Bikari, Kiss nel 1902 la scopre e la caccia di casa. 

Mentre la donna prepara la valigia, probabilmente perchè gli dice che se ne sarebbe andata dal suo amante, oppure per altri motivi Kiss perde il controllo e la stordisce con un colpo alla testa, quindi la lega e la strangola con una di garrota improvvisata

Il corpo di Maria viene nascosto in un fusto di metallo riempito di alcool e lo stesso destino tocca all’amante di Marie, entrambe i fusti poi sono nascosti da Kiss nella cantina di casa sua.

Nessuno si stupisce più di tanto, quando Kiss annuncia che la moglie è scappata con l’amante - molti in paese erano a conoscenza della relazione clandestina – e nemmeno quando l’uomo inizia ad invitare a casa sua un certo numero di donne.

Kiss infatti pubblica sul quotidiano locale un annuncio matrimoniale, ma non usa il suo nome, usa il nome di Herr Hoffmann. Nell’annuncio si definisce un uomo di bella presenza in cerca di compagnia femminile.

All’annuncio risponde Katherine Varga, una giovane vedova che, la sera del loro primo incontro, viene malmenata, strangolata e sistemata in cantina, in un recipiente vicino agli altri due.

Il fatto che l’uomo acquistasse molti fusti non passò inosservato, ma a chi gliene avesse chiesto il motivo, Kiss rispondeva che sentiva vicina una guerra e non voleva rimanere senza benzina, per cui ne accumulava un po’ in cantina.

Questa storia non convinse molti in paese, ma si pensò ad una fabbrica clandestina di alcool, piuttosto che l’orrore che si stava consumando.

Un altro annuncio pubblicato ed un’altra donna finisce in cantina, è il turno a signora Schmeidak, poi nel 1906 è una certa Margaret Toth a trasferirsi a Cinkota per vivere con Kiss, che prima di sparire in cantina, è costretta a scrivere alla madre di essere costretta a causa di una delusione d’amore, a partire per gli Stati Uniti.

La storia non può durare ancora per molto tempo, infatti nel 1914 la sparizione di due donne di Budapest, porta la polizia nei pressi di Cinkota, ma Kiss viene salvato dal caso: scoppia la Prima Guerra Mondiale, lui si arruola e sparisce dalla circolazione.

Durante la sua assenza però vengono scoperti i fusti nella sua cantine ed il suo amico, l’ ispettore Nagy, capisce troppo tardi non solo di essere stato beffato, ma che il Kiss è un pericoloso serial killer.

Allo sconcerto iniziale, non si fanno attendere ulteriori indagini nella casa di Kiss, la perquisizione porta alla luce, oltre a gioielli e vestiti femminili, anche un album fotografico con foto di un centinaio di donne e nelle campagne circostanti vengono poi ritrovati altri 17 bidoni con contenuto simile a quelli della cantina dell’uomo, tra i quali spiccano i corpi della moglie di Kiss e del suo amante. A quel punto fu chiaro che un delitto d’onore fu all’origine della follia omicida di Kiss.

Saputo di essere stato scoperto, Kiss scambiò la propria identità al fronte con un quella di un soldato morto al fronte a causa di una grave malattia.

Per qualche anno non si hanno più notizie dell’uomo, fino a quando nel 1920 un soldato della legione straniera francese riferisce alla Suretè di un commilitone abile a strangolare le persone con la garrota e il cui nome è Hoffmann, lo stesso usato da Kiss per gli annunci sui giornali. Ma la notizia arriva troppo tardi ed il killer ha già fatto perdere le sue tracce.

Passano anni senza avere avvistamenti e notizie, fino al 1932 a New York, quando viene riconosciuto e pedinato da un poliziotto, Henry Oswald, mentre esce dalla metropolitana di Time Square, ma anche questa volta il killer si accorge di essere seguito e riesce a dileguarsi.

Ancora anni dopo, nel 1936, in Ungheria dove un informatore della polizia, afferma che Kiss lavori come portiere in uno stabile, ma forse per fortuna, oppure per un innato sesto senso, l’uomo fiuta il pericolo e riesce a scappare in tempo. 

Non fu più avvistato.


In molti da sempre si interrogano sul fatto che possa esistere o meno il delitto perfetto, leggendo la storia di Béla Kiss verrebbe da dire di si, se non fosse per un piccolo dettaglio, qualcosa contro cui anche il più perfetto  ed accurato degli assassini non può nulla: il caso.


Posta un commento

0 Commenti