L'Inquietante promessa di Manigunda

La storia spettrale di Manigunda s'insinua tra le pieghe oscure della Lombardia, là dove le nebbie si contendono il dominio con i segreti sepolte nei secoli. Una principessa longobarda, un nome che riecheggia nelle frange del tempo, portatrice di un destino appeso a un filo più sottile di una tela di ragno.

L'Inquietante promessa di Manigunda


Manigunda, una giovane principessa segnata dalla malattia, s'affacciò alla soglia della morte con occhi chiusi, rassegnata ad un destino già scritto nelle stelle, ma fu allora che la saggezza, incarnata in una vecchia signora, le si avvicinò sussurrando una promessa di guarigione. L’anziana le indicò una fonte d'acqua curativa a Cairate, un borgo vicino a Bergamo, che divenne per Manigunda una reale prospettiva di salvezza.

Il viaggio verso la fonte si trasformò in una corsa contro il tempo, una fuga dalla morte imminente, e la sorgente, custode di segreti e poteri antichi, accolse Manigunda nel suo abbraccio. 

La malattia cedette terreno alla vita, mentre la principessa beveva avidamente quelle acque benefiche, in quel momento di miracolo, la giovane fece un voto solenne, un patto con Dio: "A Colei che vive in cielo, concedimi la vita, oh Signora. Prometto di consacrare a te la mia esistenza e di erigere un monastero in tuo onore."

La vita rinascente portò con sé una nuova fede, Manigunda mantenne il suo giuramento, innalzando un monastero benedettino dedicato a Santa Maria Assunta. 

La  principessa lasciò la sua corona, per indossare l'abito monacale, e il destino, come spesso accade nelle nostre storie, lasciò tracce indelebili nella storia.

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La costruzione del monastero ebbe luogo tra il 1545 e il 1563, e, durante i lavori di restauro, emersero prove tangibili della vita passata di Manigunda, furono trovati teschi umani, ossa e un sarcofago perfettamente intatto, che racchiudeva lo scheletro di una donna elegantemente vestita: era la principessa stessa.

Ma la storia prende una svolta sinistra nelle ore notturne, quando l'atmosfera si impregna di mistero e di presenze inquietanti.

Apparizioni sfuggenti, spettri di un tempo passato, danzano nell'oscurità della notte, la presenza di Manigunda, l'ombra di una principessa che un tempo respirava vita, si manifesta in maniera enigmatica.

Il monastero, divenuto rifugio di presenze, spaventa i temerari e attira gli audaci, le leggende si intrecciano col profumo di incenso bruciato, e la figura di Manigunda, ora eterea e senza forma, aleggia tra i corridoi come un fantasma assetato di giustizia.

La storia si tramanda di bocca in bocca, tra il crepitare del fuoco e il fruscio del vento nelle notti buie, il monastero, una volta rifugio di fede, è adesso un teatro in cui le anime erranti raccontano il loro tormento. 

Manigunda, imprigionata tra il mondo dei vivi e il regno dei morti, continua a vegliare sul luogo della sua promessa e del suo destino, la sua figura, ora trasfigurata in leggenda, persiste nell'oscurità, un richiamo misterioso per chi osa sfidare i confini tra la vita e la morte.

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