Il ponte del diavolo sul Lys

Il ponte del diavolo sul Lys


Pont-Saint-Martin, in Valle d'Aosta, deve il suo nome a un ponte romano, il più grande a campata unica ancora esistente e a san Martino sfidò Satana. Questa è la storia del ponte del diavolo sul Lys

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Il ponte era necessario per permettere l’attraversamento del vorticoso torrente Lys, infatti gli abitanti del piccolo paese erano spesso vittima di incidenti causati dalla malandata passerella in legno che sopperiva alla mancanza di una struttura più adatta per il passaggio da una riva all’altra.

Gli abitanti di Pont Saint Martin decisero di fare una colletta per pagare l’opera, ma sebbene fossero stati aiutati anche da alcuni signori locali e dal parroco, non riuscirono a mettere insieme la somma necessaria per pagare i lavori.

Così si rassegnarono a dover sfidare la sorte ad ogni attraversamento.



A questo punto della storia di solito avviene un colpo di scena e anche questa volta capita qualcosa che sconvolge la vita in paese e che sembra portare ad un lieto fine.

Almeno apparentemente.

Un giorno, durante un’assemblea pubblica, si fece avanti uno straniero dall’anima generosa, che si offrì di pagare per intero le spese per la costruzione del ponte.

Ma il munifico forestiero non era del tutto disinteressato, l’uomo rivelò ai partecipanti dell’assemblea di essere il Diavolo e di volere, in cambio della somma di denaro, l’anima della prima persona che avrebbe attraversato il nuovo ponte.

I popolani erano combattuti, ma erano soprattutto esasperati dal vedere una soluzione così vicina e non poterla cogliere per non scendere a patti con il Maligno, ma si lasciarono tentare ed alla fine accettarono.

Il Diavolo si fece promettere di non rivelare ai compaesani il terribile compromesso che avevano avallato e andò via soddisfatto del patto che aveva stretto. Ma il paese è piccolo, la gente chiacchiera e mantenere un segreto è terribilmente complicato e così l’accordo venne presto svelato.

Nessuno tra i paesani voleva sacrificare la propria anima per la costruzione del ponte e il diavolo, che stava già reclamando la sua preda, andò su tutte le furie e decise di punire la popolazione.

Quando Satana scomparve nel Lys tra lampi e zaffate di zolfo, l’economia di Pont Saint Martin fu sconvolta, le bestie si ammalarono, le piante da frutto marcirono e, per finire, una violenta carestia impazzò per lungo tempo.

La situazione peggiorava di giorno in giorno e il parroco del paese chiese aiuto a Martino, un eremita che viveva lì vicino, un uomo che poco tempo dopo sarebbe diventato vescovo di Tours e santo; il frate accettò di aiutare la popolazione e invitò la cittadinanza a radunarsi vicino al ponte la mattina successiva.

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L’uomo si presentò la mattina dopo portando con sé un cane affamato e, al suono della campana dell’Angelus, Martino lanciò dall’altra parte del ponte un pezzo di pane. Il cane, accecato dalla fame, iniziò a correre verso il pasto, quando fu afferrato dal Diavolo.

Il Maligno, vistosi deriso e preso in giro, scomparve tra urla e fiamme, ma non prima di aver tirato un calcio al ponte e provocando una crepa che è visibile ancora oggi.

La cittadinanza tributò un meritato trionfo a Martino, che però abbandonò presto il paese per tornare al suo modesto rifugio, sebbene gli fu chiesto a più riprese di rimanere, ma la gente non dimenticò cosa l’eremita avesse fatto per loro.

Ma i cittadini non dimenticarono e diedero al ponte il nome del futuro Santo e fu Pont Saint Martin.





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