Il terribile viaggio di Alexander Pearce

Il terribile viaggio di Alexander Pearce


Durante il XIX secolo, l’Australia era un luogo di detenzione perfetto per i criminali inglesi, moltissimi tra donne e uomini, piuttosto che essere condannati a morte in patria, cercavano una seconda possibilità nel nuovo mondo. Moltissimi sfruttarono questa opportunità, ma non Alexander Pearce passato alla storia come il Cannibale della Tasmania




Alexander Pearce nacque in Irlanda nella contea di Monaghan nel 1790, dei suoi primi anni si sa molto poco, di certo era di bassa estrazione, lavorava come bracciante agricolo e probabilmente integrava il suo magro reddito con piccole attività criminali. 

Nel 1819 queste piccole attività lo portarono direttamente al tribunale di Armagh per aver rubato sei paia di scarpe, dove il 29enne Alexander fu condannato a sette anni di deportazione dall'altra parte del mondo, verso l'isola della Tasmania, o meglio, Terra di Van Diemen come si chiamava al tempo.

Da qui comincia il nostro viaggio.

Sbarcati in Tasmania, ai prigionieri doveva essere assegnato un lavoro e, anche data la natura non violenta del suo crimine, a Alexander Pearce fu assegnato un lavoro come bracciante agricolo, non molto diverso da quello che aveva svolto in Irlanda.

Ma la natura criminale di Pearce non lo abbandona nemmeno nel nuovo mondo, per cui prima si rende colpevole di alcuni crimini minori, come il furto di anatre e tacchini, ma in seguito inizia a commettere reati sempre più gravi, fino a fuggire dalla colonia di pena nel 1822.

Fu catturato, ma non tornò alla colonia di lavoro, fu invece mandato a Macquarie Harbour, sulla costa occidentale dell'isola, questo era considerato il luogo ideale per trattenere i detenuti recidivi, poiché era circondato da acque così insidiose che persino le navi vi si avvicinavano con grande cautela.

Ma nessun luogo era abbastanza sicuro per Pearce, infatti dopo poco tempo, riuscì a scappare con altri cinque detenuti. 

Trascorsero quasi quattro mesi in latitanza, poi, dopo 110 giorni in libertà, fu catturato da solo e confessò che lui e gli altri fuggitivi si erano cannibalizzati a vicenda e che lui era l'unico sopravvissuto. 

Ma i funzionari della prigione, credendo che la storia fosse una copertura, non credettero alla storia del cannibalismo di Pearce, ritenevano che gli altri detenuti vivessero ancora nascosti nel deserto della Tasmania.

Dopo poco più di un anno, riuscì nuovamente a fuggire da Macquarie, questa volta in compagnia di un giovane detenuto di nome Thomas Cox, questa fuga fu molto più corta della precedente, fu ripreso dopo dieci giorni e fu chiaro a tutti che i racconti di cannibalismo della precedente fuga, non erano frutto di fantasia.

Quando fu catturato alla foce del fiume King, infatti, gli furono trovate nelle tasche parti del corpo di Cox, Pearce confessò di averlo ucciso in preda alla rabbia quando raggiunsero un fiume e Cox confessò di non saper nuotare. 

Dopo aver ucciso il suo compagno di fuga, ne cannibalizzò i resti, apparentemente per divertimento, perché quando fu stato catturato Pearce aveva ancora cibo con sé.

Il processo fu controverso, perché, nonostante la confessione, Pearce in tribunale ritrattò, dichiarandosi non colpevole e la morte di Cox era stata casuale, ma nonostante questo, Pearce fu condannato per aver ucciso e mangiato Thomas Cox, e fu impiccato un mese dopo nella prigione di Hobart in Tasmania il 19 luglio 1824.

Il giorno prima dell’impiccagione, Alexander Pearce cambiò ancora una volta la sua confessione dichiarando:

La carne dell'uomo è deliziosa. Ha un sapore molto migliore del pesce o del maiale

Posta un commento

0 Commenti