Il fantasma della Casaforte Brunelde

Il fantasma della Casaforte Brunelde


Una terra di confine, una guerra ai tempi del medioevo, un castello su una collina, un favoloso tesoro, un fantasma decapitato, questi sono gli ingredienti della storia del Fantasma della Brunelde

Tempo di lettura 4 minuti e mezzo - Puoi anche ascoltare la storia dalla Voce dell'Alchimista, video in fondo al racconto, oppure tramite il Podcast di Amazon

Ci troviamo a Fagagna, un paese su una collina a nord-ovest di Udine, non lontano dal Castello di Villalta che ospita il fantasma di Ginevra, un territorio di confine, che, durante il Medioevo, passò sotto il dominio della Serenissima, sebbene senza troppi spargimenti di sangue. 

Nel 1420 il paese passò sotto il dominio di Venezia, senza combattimenti, infatti una delegazione di fagagnesi, quattro nobili e otto popolani, si presentò spontaneamente al comandante veneto impegnato nell’assalto di Udine e gli giurò fedeltà.

Ma era un periodo di guerra e se il borgo si salvò, lo stesso non si può dire del complesso della Brunelde, la casaforte dei nobili di Arcano che si trova a nord di Fagagna.

Casaforte Brunelde è una struttura agricolo-militare di epoca romana, risalente al III sec. a. C., successivamente è stata più volte ristrutturata ed ampliata, nel Medioevo divenne una torre di guardia fino al XIX secolo, quando fu trasformata in casa di caccia dei conti d'Arcano ed ancora oggi l’edificio è abitato stabilmente.

Ci sono leggende friulane che raccontano che nelle sale della Brunelde si aggiri un fantasma che vagherebbe nella casaforte alla ricerca di un misterioso tesoro.

Le origini di questa leggenda affondano le radici nella storia, precisamente nel 1420, quando in zona si stava combattendo la guerra tra la città di Venezia e Udine e ha come protagonista Marco d’Arcano-Moruzzo.

Marco apparteneva ad un eminente casato friulano, quello dei Signori d’Arcano e in quel periodo erano impegnati a difendere la loro patria dagli invasori della Serenissima, non accettando di sottomettersi al dominio di Venezia, finì i suoi giorni nelle prigioni del castello di Udine, in cui morì forse per malattia nel 1421, ma non prima di aver affidato a suo figlio Pileo un ricco tesoro, perché lo nascondesse.

La leggenda racconta che Marco fosse stato perseguitato dai veneziani anche dopo la morte; infatti, a seguito di un processo farsa, il suo corpo fu decapitato come monito verso i friulani che ancora cercavano di resistere all’invasore. 

C’è anche la versione che l’uomo non fosse morto di morte naturale, ma fu giustiziato a seguito del processo, prova ne sarebbe il fatto che Marco avrebbe fatto testamento, dichiarando la volontà di essere sepolto accanto ai suoi avi nella chiesa di San Tommaso in quel di Moruzzo.

Ma anche dopo la morte, lo spettro di Marco d’Arcano-Moruzzo, continuerebbe a vagare attorno alla casaforte, nelle notti di luna piena farebbe sentire la sua presenza tra le colline di Fagagna.

Si dice che l’anima tormentata sia ancora alla ricerca del tesoro nascosto da Pileo, quel tesoro che in vita, a causa della cattura dei soldati veneziani, non fu mai in grado di poter andare a riprendersi.

E così da secoli lo spettro del nobile friulano, reggendo la testa sottobraccio, veglierebbe, o secondo alcuni cercherebbe, sul tesoro nascosto, manifestandosi nelle sale della Brunelde.

La storia di Marco d’Arcano-Moruzzo già si raccontava in zona nell’ottocento, ma è con l’arrivo del novecento che ricevette un’attenzione particolare da parte di storiografi e non solo, nel 1997 prese l’avvio l’uso di commemorare il nobile martire, ogni anno il 19 marzo, con deposizioni floreali presso le inferriate delle prigioni del castello di Udine.





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