I misteri che si nascondono dentro Castel Nanno

I misteri che si nascondono dentro Castel Nanno


Nel Medioevo, era noto che ci fosse grande rivalità tra i casati dei signori di castelli vicini, questo avveniva ovunque, ma soprattutto in una terra ricca di fortezze come il Trentino. Queste rivalità spesso rimanevano sopite, altre volte no e una di queste è alla base della leggenda dei fantasmi di Castel Nanno.



Tempo di lettura 6 minuti - Puoi anche ascoltare la storia dalla Voce dell'Alchimista, video in fondo al racconto

Elegante e austero, Castel Nanno, costruito nel XIII secolo, ha una forma particolare, ha una torretta centrale che sembra riprendere le vette delle Dolomiti di Brenta che lo incorniciano e quasi lo proteggono.

Il Castello medioevale del paese di Nanno è uno dei più antichi della Val di Non, la leggenda vuole quale suo ideatore Andrea Palladio, sorge sulla sommità di un’altura, sulla sponda sinistra del torrente Tresenga e fu fatto ricostruire durante il Cinquecento, assumendo l’aspetto attuale di edificio in stile rinascimentale.

Oltre al fascino del maniero, che ad oggi è una residenza privata, Castel Nanno è uno scrigno di storie e leggende che raccontano le vicende del territorio e delle famiglie che lo hanno posseduto, da racconti di amori infelici ai processi per stregoneria.

In un tempo lontano nella Val di Non i signori che abitavano nel castello di Nanno avevano come acerrimi rivali la famiglia del vicino Castel Sporo, le due famiglie cercavano di ignorarsi il più possibile anche durante importanti feste organizzate nelle corti dei castelli vicini.

Accadde che i signori di Castel Belvesino diedero una grande festa a cui le due famiglie furono invitate, in rappresentanza dei Nanno partecipò la giovane Melisenda, per gli Sporo si presentò un certo Ludovico.

Melisenda, quando le fu presentato il giovane, non provò alcun sentimento d’ostilità, anzi fu colpita dall’attraente e fiero giovane con il quale ballò fino a tarda notte, pur non avendo idea di chi fosse.


Ti va di supportarmi? Offrimi un caffè

A fine serata la giovane gli dichiarò il suo amore, ma solo allora Ludovico svelò a Melisenda la sua identità, lui era il figlio di quella famiglia tanto odiata dai conti di Castel Nanno, per cui il loro amore non sarebbe mai stato accettato e, tantomeno, mai nessuno avrebbe permesso loro le loro nozze.

Passò più di un anno da quell’incontro ma né Melisenda, né Ludovico avevano potuto dimenticare quella splendida giornata in cui si erano conosciuti e innamorati, un anno era lungo, ma il loro amore si era fortificato proprio grazie alla lontananza e si era rafforzato anche a causa dell’inimicizia che divideva le due famiglie.

Si racconta che i due si incontrarono casualmente nei boschi intorno a Castel Nanno e per qualche tempo i due amanti si incontrarono di nascosto in quei luoghi, cercando di stare attenti a non essere scoperti, soprattutto dal Conte di Castel Nanno, famoso per essere un uomo impulsivo e vendicativo.

Sfortuna volle che un giorno un giorno, mentre girovagava per quei boschi, un uomo infido e maligno soprannominato Il Guercio, li scorse e corse ad avvertire il Conte, che corse subito nella foresta e li colse in flagrante. 

Accecato dalla rabbia li fece catturate e immediatamente imprigionare nel castello, ordinò al boia di scavare sotto la scala principale del castello, due profonde nicchie, grandi abbastanza per contenere i due copri e li fece seppellire vivi.

Così finisce l’impossibile storia d’amore tra Melisenda e Ludovico e inizia il mito.

La leggenda narra che mentre sorgeva la seconda luna di maggio dopo la triste fine dei due innamorati, dalle segrete del castello salirono urla strazianti, per tutta la Val di Non si poterono chiaramente udire un’acuta voce di donna ed una profonda voce di uomo che urlavano disperatamente.

Il racconto della tragedia si diffuse di paese in paese per tutta la valle e gli abitanti chiesero vendetta e giustizia per i due giovani, ma fu tutto inutile.

Ancora oggi si dice che durante le notti di maggio Melisenda e Ludovico facciano riecheggiare i loro disperati lamenti dalle segrete di Castel Nanno.

Quella dei due giovani sfortunati non è l’unica storia legata alla fortezza medioevale, il castello è stato anche teatro di un processo per stregoneria nel XII secolo.

Nei primi anni del '600, si dice in particolare tra il 1611 e il 1615, Castel Nanno ospitò alcuni processi alle streghe, durante i quali vennero giustiziate tre donne del paese accusate di stregoneria, in una stanza al primo piano del maniero si trova ancora una pietra con l’incisione di tre croci, a testimonianza di quanto accaduto

Queste leggende trasferiscono a Castel Nanno un velo di mistero, ma nonostante il tragico finale di entrambe, queste storie sono affascinanti tanto quanto il castello che le racconta.



Posta un commento

0 Commenti