Il Santo Graal di Mantova

Il Santo Graal di Mantova


Nel corso della storia centinaia di persone sono partite inutilmente per viaggi avventurosi alla ricerca della più importante reliquia della cristianità, il Santo Graal, il sangue di Cristo, ma secondo alcuni per trovarlo non occorre fare troppa strada, basterebbe recarsi a Mantova nella splendida Basilica di Sant’ Andrea Apostolo




Mantova, che tutti noi conosciamo per essere una città meravigliosa, ha tantissime ragioni per essere visitata, l’architettura per esempio, ma altre vanno ancora più indietro nel tempo, mescolando storia, mito, religione e leggenda. Nella Basilica di Sant’Andrea, la più grande chiesa della chiesa della città, si celerebbe il segreto di una delle reliquie religiose più ricercare nella storia: quella che contiene il sangue del Cristo.

Mantova fu una città molto importante per almeno cinque secoli consecutivi dal Medioevo al Barocco, fino al Rinascimento e crebbe di pari passo al rivelarsi dell’arte e delle sue più moderne espressioni. Qui vissero e lavorarono artisti del calibro di Andrea Mantegna, Leon Battista Alberti, il Pisanello e altri.

Ma Mantova è famosa anche perché custodisce alcuni straordinari segreti, tra questi è necessario raccontare la storia della reliquia custodita nella Basilica di Sant’Andrea, che non è una reliquia qualsiasi, qui si trova il Santo Graal.

Cerchiamo di esporre i fatti con ordine e mettere in fila gli elementi che possono portare Mantova al centro della cristianità, perché il Santo Graal è stato sepolto nella città del Mincio?

Raccontiamo la storia: nel 33 d.C. Gesù è in agonia sulla Croce, circondato dai soldati romani, uno di questi Longino gli trafigge il costato con la punta di una lancia e il sangue misto ad acqua comincia a sgorgare.

Improvvisamente risanato dalla cecità, Longino si mette in ginocchio e si pente e raccoglie la lancia da terra intrisa di alcune gocce di sangue cadute per terra, riponendola in una cassetta. 

Poi Longino partì, portando con sé quell'inestimabile fardello e nessuno ne seppe più nulla.

Ci troviamo nel 36 d.C. circa: si dice che Longino arrivi a Mantova con la reliquia, non si sa bene perché proprio Mantova - pare che la città sia stata una delle prime in Occidente ad essere evangelizzata - ma, essendo epoca di persecuzioni ed essendo Longino divenuto apostolo del Signore, viene sottoposto al martirio e decapitato.



Prima di essere catturato, Longino nascose la lancia presso il tempio romano di Diana e la reliquia si perse nell’oblio.

Il ritrovamento avvenne nell’804, per opera di un cieco che, guidato in sogno da Sant’Andrea Apostolo, scoprì il luogo in cui fu Longino seppellì l’urna con la preziosa reliquia quasi 800 anni prima. 

Fu Carlo Magno che la fece autenticare da Papa Leone III ed il Pontefice, accertata la veridicità del ritrovamento, diede qualche goccia al re, che le portò a Parigi e fece costruire una chiesa, intitolata proprio a Sant’ Andrea per proteggere e conservare la reliquia. 

Nel 923 d.C. la Reliquia viene successivamente divisa in vari vasi durante una invasione degli Ungari, poiché si temeva di poter perdere il preziosissimo tesoro ed andarono nuovamente perdute.

Furono riscoperte nel 1048, al tempo di Beatrice e Bonifacio di Canossa che fecero costruire nel luogo del ritrovamento un monastero benedettino e una chiesa, poi distrutta per far posto all’edificio della basilica di Sant`Andrea, voluta di Ludovico II Gonzaga.

Il "Preziosissimo Sangue" è tutt’ora custodito nella cripta, vera chiesa sotterranea, al centro della quale si trova il tempietto con l'arca contenente i due vasi d'oro esposti e portati in processione ad ogni Venerdì Santo più qualche occasione eccezionale.

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